Tornata la normalità, lo scenario sarà diverso

La crisi in atto ha inferto un duro colpo al sistema automobilistico. Va notato, però, che mentre la situazione e le necessità dei costruttori vengono illustrate a gran voce negli organi di stampa, il ruolo delle aziende che operano nella distribuzione auto (concessionari, riparatori e altre imprese di filiera) passa spesso in sordina. Questo non succede solo in Italia: infatti, la potente associazione dei concessionari Usa, Nada, ha focalizzato la propria agenda di lavoro nel dialogo con le pubbliche istituzioni per far comprendere la portata del proprio ruolo nell’ambito della crisi. Basti pensare che in Italia solo le prime 50 concessionarie per dimensione (sono circa 3mila in totale) significano oltre 10mila posti, per non pensare a tutti gli occupati della filiera di assistenza e servizi.
La crisi ha in parte carattere congiunturale e pertanto possono esservi alcuni rimedi mirati (gli incentivi) mentre si cerca di stimare la fase temporale di ripresa. Ma la crisi ha anche caratteri strutturali per i quali c’è bisogno di trovare risposte strategiche solide e sostenibili. Ciò significa compiere passi significativi nella riorganizzazione del settore con recuperi di efficienza ed efficacia che consentano di operare in presenza delle forti pressioni competitive dovute all’eccesso di offerta per la saturazione dei mercati maturi e, al contemporaneo, per l’ingresso di produttori asiatici con proposte low-cost. La crisi avviene in un momento delicato per il settore anche alla luce della scadenza della normativa sugli accordi verticali (tra produttori e rete di distribuzione) prevista per il 2010. Il dato interessante è che mentre nelle passate occasioni la normativa è stata rinnovata, seppur con alcune modifiche volte a rendere il sistema opportunamente competitivo, nel 2010 si intravede la tendenza di Bruxelles a emanare una normativa intersettoriale che tolga all’auto il carattere di specificità di cui ha goduto in tutti questi anni per quanto riguarda l’organizzazione delle reti distributive. Gli effetti si tradurranno soprattutto in un aumento di varietà nelle scelte degli attori, con una fase di incertezza e di aggiustamento.
La questione normativa, come le altre questioni che si riferiscono all’efficienza ed efficacia delle reti di concessionari e del loro rapporto con le case, saranno al centro di «Automotive Dealer Day», l’evento dedicato agli operatori della distribuzione automobilistica organizzato da Quintegìa che si svolge annualmente, dal 2003, a Veronafiere, un vero «pit stop» per il settore in termini di informazione, strategie e strumenti, dove stimolare le proprie riflessioni, stringere relazioni e supportare decisioni di business. Tra i temi che verranno trattati nella prossima edizione (13 e 14 maggio) figurano la situazione di mercato (con sessioni mirate su nuovo, usato e flotte), la scadenza della normativa sugli accordi verticali, gli strumenti di efficienza e controllo di gestione per i concessionari, la gestione del cliente, l’innovazione gestionale, la soddisfazione dei dealer nei confronti delle case auto e i servizi finanziari. Nell’attesa di questo appuntamento, quali sono gli scenari all’orizzonte in chiave internazionale? La progressiva riduzione dei margini derivanti dalla vendita, porterà a spingere ancora di più la ricerca di utili collegati ad attività di servizio e di supporto.


Per usare una metafora di matrice giapponese potremmo dire che, nel complesso la crisi, ha abbassato il livello dell’acqua facendo spuntare una serie di rocce appuntite i cui effetti sono dolorosi.
*Docente di Strategie d'impresa, Università Ca’ Foscari Venezia

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