Erigere una statua a Totò in quel di Alassio è stata un'idiozia. Rimuovere la statua di Totò per volontà del nuovo sindaco è un'altra idiozia. Nel primo caso perché le statue sono roba superata, da Italia umbertina, e spesso sono arredo urbano kitsch; e le statue in memoria di grandi comici sono ridicole senza essere divertenti. Ma rimuovere ora la statua è un'offesa gratuita a Totò almeno quanto gratuito fu innalzare un monumento a lui.
E la motivazione del suo sfratto, ché Totò non c'entra con il territorio, è un'aggravante di sciocchezza, perché se le statue dovessero essere dedicate solo a gente del posto, dovremmo fare strage di monumenti alle glorie nazionali o ai grandi dell'umanità e rinchiuderci in tribù per soli indigeni. Certo, a nord sarebbe stato più giusto ricordare Totò a Cuneo, per la sua nota battuta sui tre anni di militare, oppure a Rovigo e Belluno, citati al camposanto ne ’A livella ; o ancora a Milano, dove Totò sbarcò con Peppino come se arrivasse in terra straniera, per giunta infestata dalla temibile nebbia. Totò fu lo scopritore della Padania decenni prima di Bossi.
Alassio ha però l'alibi di ospitare il festival del cabaret. Comunque non è il luogo il vero problema, ma è la statua che pietrifica la leggerezza del comico, tra risate di marmo.
A Totò, semmai, dedicate cineteche o sale, rassegne di film e trattati di antropologia grottesca. E voi due, sindaci di Alassio, il Feticista totofilo e l'Iconoclasta totofobo, ricordate la minaccia di Totò dall'oltretomba: «...mme scordo ca so' muorto e so' mazzàte! » .- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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