P roviamo a chiudere la contabilità del primo campionato del dopo Moggi con una serie di complimenti e lodi ma anche di riconoscimenti solenni. I primi sono da recapitare allInter per lo scudetto dei record, gli altri passano dalla Roma per la coppa Italia alzata e si soffermano sullimpresa galattica del Milan ad Atene in Champions league. La speranza di molti di noi cronisti è che nessuno degli errori commessi nelle ultime ore (il gesto fuori posto di Ambrosini, le parole fuori posto di Moratti) riescano a intossicare il prossimo derby di Milano. Non lo perdoneremmo. Cè bisogno, da oggi in avanti, per tutti, di abbandonare la pratica del disconoscimento dellaltrui merito ché la deriva porta dritti dritti alle espressioni tipo «scudetto di cartone» oppure «Champions che non dovevi giocare». LInter deve riprovare tra qualche mese lassalto alla coppa dei sogni, la Roma deve tentare di puntellare una modesta rosa per sentirsi meno Cenerentola, il Milan deve superarsi nel suggestivo assalto alle prossime tappe, Montecarlo e Giappone, per capirsi.
Ma non ci sono stati solo loro tre, sulla scena insieme con la Lazio giunta al traguardo ambizioso del quarto posto e del preliminare di Champions. Lode alla Fiorentina: senza penalizzazione sarebbe stata la terza forza del torneo. Senza Toni, diretto al Bayern di Monaco, con Pazzini più altri giovani talenti reclutati da Corvino, può diventare il prossimo cliente pericoloso, con la Juve rientrata nella suite di competenza. La Reggina ha realizzato unautentica impresa. Sul campo ha messo insieme 51 punti, senza grandi investimenti, grazie a un allenatore che è un vero leader, capace di trasferire alla sua squadra con un piede in B prima di partire, gioco e temperamento. Mazzarri è il capofila di una nuova generazione di fenomeni allevati sulle panchine del campionato. Finirà forse a Genova, fronte Samp dove potrà misurarsi con altri mezzi a disposizione, altri traguardi da raggiungere. Ha lavorato con scrupolo certosino Prandelli, a Firenze, ha realizzato un grande raccolto di punti Delio Rossi nella Lazio, ha chiuso un anno tormentato a Palermo Guidolin a dimostrazione che le scosse telluriche garantite periodicamente da Zamparini alla squadra hanno fatto molti danni, tutti ben visibili, più degli stessi infortuni.
Francesco Totti ci ha regalato una strepitosa valanga di gol. Ieri ha messo la firma sul 26° sigillo, prenotando la Scarpa doro. Non avesse sbagliato la bellezza di sette rigori, avrebbe trasformato i suoi numeri in una girandola di fuochi dartificio.
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