Akio Toyoda, 52 anni, nipote del fondatore dellazienda, Kiichiro Toyoda, dovrebbe assumere il prossimo 31 marzo la responsabilità di Toyota, la prima industria dellauto giapponese. Sostituirà Katsuaki Watanabe (destinato alla vicepresidenza del gruppo). È la prima volta da 14 anni che un membro della famiglia Toyoda riprende il timone della società. Unazienda florida, con ottime prospettive, ma che sta attraversando mari pericolosi e la navigazione è ora ben più difficile rispetto al passato. In marzo sarà presentato agli azionisti, per la prima volta nei 70 anni della società, un bilancio in rosso: le perdite consolidate raggiungono i 150 miliardi di yen, circa 1,2 miliardi di euro. Solo pochi mesi fa, Toyota aveva previsto profitti operativi per 600 miliardi di yen. La grave crisi internazionale colpisce anche il gruppo che a fine 2008 dovrebbe essere diventato il nuovo leader mondiale anche per volumi di vendita dopo aver già scavalcato General Motors a livello produttivo.
A pesare sui risultati Toyota dellanno appena concluso sono, in particolare, la forza dello yen e il pesante calo del mercato statunitense che ha portato a una contrazione delle vendite del costruttore giapponese. Nelle scorse settimane erano già stati annunciati tagli al personale nelle fabbriche del Sol Levante e il non rinnovo di numerosi contratti temporanei a migliaia di lavoratori. Poi lannuncio del rinvio degli investimenti nel nuovo stabilimento americano nel Mississippi (dove si assemblerà, in tempi migliori, la Prius). Ora la riduzione di Toyota di tutte le stime finanziarie per lanno fiscale in corso: lutile netto passa da 550 a 50 miliardi di yen a fronte di un volume di affari stimato a 21.500 miliardi di yen contro i 23mila mld ipotizzati nel passato.
Le vendite mondiali del solo brand Toyota scenderanno così a 7,99 milioni di esemplari contro gli 8,24 milioni previsti inizialmente. A livello di gruppo (comprese quindi le sussidiarie Daihatsu e Hino), Toyota immatricolerà 8,96 milioni di veicoli (-4% rispetto allesercizio precedente), dei quali 2,16 milioni in patria (-4 %) e 6,8 milioni allestero, sempre in calo del 4 per cento. La produzione globale perderà il 3% a 9,23 milioni di unità, delle quali 4,89 milioni assemblate in Giappone e 4,32 milioni costruite negli impianti stranieri. Previste in flessione del 4% anche le esportazioni a 2,77 milioni di veicoli. Le decisioni dolorose adottate da Toyota appaiono dettate da una grande prudenza.
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