Dopo un festino a base di cocaina ed eroina due «invitati» tentano derubare il padrone di casa; lui se ne accorge, reagisce e viene trafitto da nove coltellate. In meno di 24 ore il sostituto commissario Antonio Scorpaniti della sezione omicidi della squadra mobile ha risolto il delitto di via del Progresso 10, arrestando gli assassini. I due, pur ammettendo di aver partecipato allaggressione, si stanno ora accusando lun laltro delle coltellate mortali.
Che fosse un delitto legato alla droga, cerano del resto pochi dubbi fin dall'inizio. La vittima, Davide Brambilla, 31 anni, era infatti noto in questura come eroinomane e aveva già subito negli ultimi tre anni diverse denunce e arresti per stupefacenti, ricettazione e furto. Dopo aver lasciato la casa della madre a Sesto San Giovanni e il lavoro come odontotecnico, si era ritirato in un mezzo rudere in via del Progresso, una laterale di via Melchiorre Gioia, messogli a disposizione da un amico di famiglia. Un pezzo di casa colonica rimasto intatto in mezzo allinurbamento della zona, incastrato tra due eleganti condomini. È proprio da uno di quelli che, affacciandosi alla finestra laltra mattina verso le 7.30, una donna vede il corpo del giovane steso in cortile.
I primi accertamenti stabiliscono che Brambilla è stato colpito da nove coltellate al torace, alla gola e alla testa. Poi, forse è stato buttato, o forse è caduto durante un tentativo di fuga, dal ballatoio del primo piano.
Scorpaniti ricostruisce in fretta le ultime ore del morto, focalizzando le indagini su un festino a base di droga a cui Brambilla aveva invitato 4 amici. A una certa ora due di loro se ne vanno, mentre restano tali «Gigi» e «Giampi»: lunico dettaglio che si conosce è che a uno dei due manca mezzo mignolo sinistro. Particolare sufficiente agli investigatori della Omicidi per identificare due ventiseienni, entrambi residenti a due passi dalla casa della vittima: Luigi Ruocco, in via Melchiorre Gioia, e Giampaolo Gavazzi, in via Emilio De Marchi.
Nellabitazione di Gavazzi la polizia trova il coltello e gli abiti sporchi di sangue, quindi il portafoglio della vittima con 350 euro e i documenti; abiti sporchi di sangue anche a casa di Ruocco. I due ammettono il tentativo di furto e laggressione, ma ora si rimpallano lun laltro la responsabilità di aver materialmente ucciso lamico.
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