La tradizione sposa il futuro senza perdere il suo fascino

La Maison festeggia trent'anni di attività. E lo fa con un cronografo dai contenuti d'avanguardia

La tradizione sposa il futuro senza perdere il suo fascino
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Roger Dubuis celebra i suoi primi 30 anni, durante i quali la Maison, sulla base del patrimonio di esperienza, passione e savoir-faire conferito dallo stesso Roger a partire dal 1995, ha saputo identificarsi nell'universo dell'haut-de-gamme orologiera, in virtù di una visione d'avanguardia, in cui i sacri principi della tradizione meccanica sono stati abbinati ad un'espressività e ad un concept strutturale innovativi, potenti, inclusivi di spunti tecnologici. Roger Dubuis, scomparso nel 2017, ha configurato un brand, la cui immagine tecnica fosse basata sull'eterna funzionalità del tourbillon e sulla dinamica indicazione bi-retrograda.

Elementi che hanno caratterizzato gli omaggi al trentennale presentati a Watches & Wonders, in aprile, quali l'Excalibur Grande Complication e l'Excalibur Bi-Retrograde Calendar, e che, lo scorso giugno, durante un evento organizzato a Vienna, hanno accompagnato un momento d'incontro sulla storia, l'evoluzione ed i contenuti della Casa, occasione in cui ho avuto il privilegio di apprezzare in anteprima il nuovo Excalibur Spider Flyback Chronograph, ref. RDDBEX1138, presentato ufficialmente lo scorso 14 agosto. Si tratta di un cronografo studiato per accogliere l'originale architettura meccanica messa a punto per il concept-watch MonoVortex Split Seconds Chronograph (2023), tassello importante dell'Hyper Horology, termine riassuntivo della suesposta filosofia del marchio. Segue la medesima versione flyback in carbonio, questa volta su cassa in oro rosa, scheletrata, anche nella distintiva triplice ansa, da 45 mm (17,13 mm di spessore) con componenti in titanio DLC nero, impermeabile fino a 100 metri, in serie limitata a 88 pezzi. Il quadrante, su più livelli, è a vista, con ponti e leve geometrici, scheletrati e bruniti o rivestiti in oro rosa, incorniciati dalla flangia nera della minuteria, contrappuntata da indici sovrastanti placcati in oro rosa e completata internamente dalla scala tachimetrica con doppia rientranza, su cui spicca il numero 88, portafortuna di Roger Dubuis. Sul quadrante osserviamo tutti i contenuti del calibro automatico di manifattura RD780SQ (28.800 alternanze/ora, Poinçon de Genève avvalorato da 16 finiture diverse), a partire dai due bariletti in parallelo (al 12) responsabili delle 72 ore d'autonomia -, proseguendo, al 9, con il bilanciere a regolazione inerziale inclinato di 12° - per rispondere meglio agl'influssi negativi della forza di gravità ed interagente con uno scappamento in silicio e, al 6, con la ruota a colonne per lo smistamento crono (l'innesto è a frizione verticale, arricchito con il Second Brake System, per stabilizzare ulteriormente lo sfarfallio in avvio della sfera dei secondi) e la finestrella della "cripto-data" (il numero è ritagliato e traforato e "poggia" su di un fondo chiaro, definendo una font futuristica) e concludendo, al 3, con il Rotating Minute Counter, in attesa di brevetto: su di un arco fisso di 120° su cui sono applicate le unità, scorrono i numeri delle decine (0, 1 e 2), posti su tre sfere satellitari, che permettono di leggere i minuti crono trascorsi.

Ogni "satellite" traccia una curva isotossale, ossia ad arco parabolico. A gestire le funzioni crono e il flyback, ecco pulsanti ergonomici e scheletrati, mentre il rotore visibile sul fondello è stato sagomato con cinque bracci, ispirati ai cerchi di una supercar.

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