Tram a passo d’uomo intrappolati nei cantieri

I sindacati: « Nelle fasce di punta nessun taglio ma sono scoperte le ore in cui viaggiano gli anziani»

Gianandrea Zagato

Se prendete un tram da corso San Gottardo a piazza Duomo, be’ significa che avete del tempo da perdere. Esagerazione? No, realtà dei fatti: fare quei due chilometri incluso corso di Porta Ticinese - tra l’altro,vietato alla circolazione privata - significa infatti impiegare quindici minuti oltre il previsto. Che, tabella di marcia alla mano, vuol dire dieci-undici minuti. Ma, attenzione, non è il record: salire in piazza Genova, linea 9, e scendere a piazza Repubblica è un viaggio che dura trentacinque minuti oltre i venticinque previsti. C’è chi sostiene poi d’averci impiegato anche un’oretta buona ma è un primato tutto da verificare, confidano gli autisti Atm.
Che, naturalmente, accompagnano le informazioni relative al sensibile abbassamento della velocità commerciale con una spiega: le deviazioni si moltiplicano e pure le attese mentre si dimezzano le corse. Nota ragionevole ma insufficiente a contenere disagi e rabbia dei milanesi, che non vanno in vacanza e reclamano il rispetto degli orari. Diritto alla puntualità impensabile sulle linee più congestionate e spalmate su tutta Milano: dalla zona Marche-Zara a Loreto, da via Imbonati a via Valenza passando per Tibaldi e V giornate, dove sono in corso lavori nel sottosuolo.
Ma vediamo, cronometro alla mano, zona per zona quelle che sono le linee «calde» dell’estate 2006: in Marche-Zara, dove sono in corso i lavori della Mm, problemi per chi utilizza le linee 44, 2, 5, 7 e 11; in zona Loreto per le linee 55, 55 barrato, 56, 90, 91, 92, 93, 62, 33, 1 e 921. E, sempre a Nord Milano, in zona Imbonati per le linee 4, 70, 82, 52, 41. Idem a Sud, in zona Porta Genova con le linee 9, 29, 30,. 59-71, 2,47,74,325, 14 e nell’area Meda-Tibaldi con le linee 3, 59, 90, 91, 71 e 15. Quadro che si completa in piazza V Giornate e dintorni con le linee 12, 23, 27, 9, 29, 60, 73 e 30. Situazione che, avvertono dai depositi tramviari, muta «ogni giorno pure in funzione degli eventi - mercati, manifestazioni e incidenti - che si verificano sul territorio».
Fotografia che, tesi sindacale, provoca solo danni e a ogni fascia oraria, anche non nell’ora di punta e senza cantieri di mezzo. «Tutte le linee di servizio garantiscono percorrenze con tempi d’attesa contenuti, in linea cioè con quelli del resto dell’anno» sostengono però dall’azienda tramviaria: «E la frequenza dei mezzi nell’ora di punta è la stessa di sempre anche se la diminuzione complessiva delle corse è pari al quindici-venti per cento». Secca la replica sindacale: «Atm continua a garantire la frequenza dei mezzi anche negli orari di trasferimento da e verso il lavoro, mentre lascia scoperti gli altri momenti della giornata quando viaggiano gli anziani». Versione però da correggere con una nota Atm: «Negli "orari di morbida", quelli meno trafficati, non si possono più organizzare corse in base al numero dei passeggeri bensì secondo una frequenza minima che, a Milano, si traduce in un passaggio dei mezzi almeno ogni venti minuti, anche se questi viaggiano semivuoti».
Risposta secondo una logica di programmazione delle corse commisurata cioè ai bisogni dei milanesi rimasti in città.

Che, in soldoni, vuol dire essere costretti a pagare la presenza dei cantieri. Resta, comunque, una richiesta dei cittadini: basta ritardi. E su questo, Palazzo Marino, sta per intervenire anche ritoccando quei percorsi che hanno una tratta particolarmente lunga.

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