di Licia Ronzulli*
In questi giorni scanditi da un’atmosfera vacanziera, la politica si interroga sulle possibilità di dialogo tra il governo e il Partito democratico, visto che parlare con il resto dell’opposizione significherebbe solo ricevere insulti. Ma l’aria che si respira è contaminata e quello del dialogo appare come un falso problema, perché sembra nascondere un nuovo assalto che sta per essere scagliato contro il premier. Forse nulla di ancora definito, ma sicuramente qualcosa di inedito che ancora manca nell’armeria di sinistra.
Inutile illudersi. Ci hanno provato. Ci stanno provando. E ci proveranno ancora. Il clima di distensione di questi giorni tra le forze politiche non deve ingannare. Perché ci sono ampi settori della sinistra che non hanno ancora digerito la presenza sulla scena politica di Silvio Berlusconi, una presenza che si rafforza ogni volta che il popolo è chiamato alle urne. Purtroppo, il primato culturale rivendicato dalla sinistra è sempre costellato di troppi insulti e impregnato di invidia e senza alcuna proposta utile al Paese. Per la sinistra avere successo in Italia equivale ad aver commesso un crimine. Chi ce l’ha fatta va perseguitato in tutti i modi: basta solo cercare e scavare, e qualcosa di efficace verrà fuori per poterlo condannare oppure per riuscire a distruggerlo nel giudizio collettivo.
Primo, l’attacco politico: infondato, contro ogni logica e contro la scelta degli elettori. Secondo, l’assalto giudiziario che cerca di influenzare l’opinione pubblica con lanci di stampa, televisione e con ben orchestrate campagne. Terzo, l’attacco alla persona con calunnie che si sono spinte fino ad etichettarlo come corruttore di minorenni: un vero e proprio assassinio mediatico. Quarto, l’esproprio patrimoniale, guarda caso a vantaggio del suo maggior concorrente imprenditoriale e oggi anche semi occulto concorrente politico.
Tutto fallito. Alla sinistra non resta che il quinto tentativo: l’attacco fisico. Tartaglia ci ha provato lanciandogli un proiettile in pieno volto. Per ultimo, l’europarlamentare De Magistris ha suggerito l’esilio.
Non esistono parole per condannare le gravità di queste posizioni, ma è assordante il silenzio del Pd che non ne ha preso le distanze. Ecco perché il dialogo è un falso problema. Quello a cui stiamo assistendo è una vera e propria aggressione, che parte da lontano, al presidente del Consiglio. Un’aggressione che non ha escluso nessun colpo e a cui non resta che l’eliminazione fisica.
La verità è che non si è ancora scoperta la kriptonite per piegare Super Silvio. Eppure, in questo stridente concerto di inizio anno molte energie vengono spese, molte pagine scritte, molto fumo viene sparso per dare forma al piano diabolico di pochi, il piano che vuole sovvertire il risultato delle urne, il diritto di governare, il dovere di fare quelle riforme necessarie per modernizzare il nostro Paese.
L’Europa intanto osserva questo gioco distruttivo, questa commedia all’italiana che intreccia politica e potere, odio e amore, successo e invidia.
Il copione è tristemente noto così come sono noti i suoi protagonisti: quei «paladini della giustizia» che portano avanti una crociata giudiziaria e mediatica per puri interessi di potere. Stanno perdendo tempo, ma loro possono permetterselo. Chi governa no.
*Europarlamentare Pdl
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