Trapianto da record, salvata una bambina

L’intervento è durato quattro ore. E alla fine i chirurghi si sono levati la mascherina guardandosi negli occhi soddisfatti: «Ce l’abbiamo fatta». Un’operazione destinata a passare alla storia della medicina: al San Paolo c’è stato il primo trapianto di una cornea artificiale. Mai avvenuto finora in Europa. Un record che ha salvato la vista a una bimba di dieci mesi, la piccola Delinda, affetta da una malformazione congenita alla palpebra e destinata a diventare cieca all’occhio sinistro. E invece no. La piccola, di origine albanese e ospitata in Italia da una famiglia bresciana per poter essere operata all’ospedale milanese, ora sta bene. E comincia già a intravedere qualcosa.
«La bambina - spiega Paolo Nucci, docente di Malattie dell’apparato visivo all’Università di Milano e primario di oculistica pediatrica al San Paolo - è nata senza palpebra quindi la sua cornea era del tutto opacizzata. L’occhio era spento. Durante l’operazione abbiamo ricostruito la palpebra prelevando del tessuto dall’orecchio e abbiamo inserito una cornea artificiale, fatta di un materiale trasparente che non viene vascolarizzato e che quindi azzera il rischio del rigetto. Rimane come un vetro e sembra che la bimba reagisca bene. È già in grado ai aprire e chiudere l’occhio. Per noi è un successo».
La piccola Delinda, che è stata visitata per la prima volta all’età di quattro mesi, in reparto è diventata una mascotte. Tutti, dai medici agli infermieri, si sono affezionati a lei e hanno preso a cuore la sua storia, vedendola crescere mese dopo mese. «Le vogliamo bene» raccontano in corsia, dove, durante l’operazione sono rimasti tutti con il fiato sospeso in attesa di notizie: quattro ore interminabili, come se fossero stati tutti zii. Ovviamente non sono mancati i festeggiamenti per l’intervento ben riuscito ed immediatamente è stata avvisata la vera famiglia di Delinda, che la aspetta al più presto in Albania, dopo la convalescenza e i controlli. Alla delicata operazione l’equipe di Paolo Nucci stava lavorando da tempo.

«Un anno fa - racconta il primario - ho mandato un mio specializzando a Boston per studiare il metodo del trapianto della cornea artificiale che là viene già applicato con buoni risultati». E, dopo mesi di studi, anche il giovane medico «inviato» in America ha avuto l’onore di entrare in sala operatoria al San Paolo e assistere a ogni tappa del trapianto e della ricostruzione. MaS

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica