Sorpresa: dopo landamento catastrofiche registrato nel 2009 e previsioni molto cupe per il 2010, il trasporto aereo sta imboccando la strada della ripresa. In maniera molto più rapida di quanto ci si aspettasse, se il direttore generale della Iata, Giovanni Bisignani, ieri si è spinto a dire: «Ci stiamo muovendo nella giusta direzione e in due-tre mesi si dovrebbe ritornare ai livelli di traffico pre-crisi». Ragionevolmente, ha invitato a un minimo di prudenza, aggiungendo che questo, tuttavia, «non è ancora un recupero totale».
Il fondamento di queste affermazioni viene dai dati di febbraio registrati e comunicati dalla Iata (lassociazione che riunisce le 250 principali compagnie aeree del mondo): nel secondo mese del 2010 la domanda di traffico dei passeggeri, rispetto allo stesso periodo dellanno scorso, è salita del 9,5%, mentre per il cargo è aumentata del 26,5 per cento. La Iata, nel sottolineare il forte recupero, ricorda che nel febbraio 2009 si è toccato il punto più basso per il traffico passeggeri. La domanda di passeggeri deve recuperare ancora un altro 1,4% per portarsi ai livelli di crescita ante-crisi. Quella cargo deve recuperare ancora il 3%.
I dati comunicati ieri, oltre a essere molto positivi, sono di buon auspicio per lintero scenario economico mondiale. Ricordiamo che febbraio è un mese contraddistinto da una stagionalità bassa. Più che i passeggeri, in questo senso sono significativi i numeri del cargo: come ha sempre sostenuto Bisignani, in aereo viaggiano le merci più pregiate e a maggior valore aggiunto, quali prodotti di alta tecnologia, di moda e lusso (il resto viaggia in nave). Un incremento così rilevante (26,5%) in questo segmento non può che indicare un rinnovato fermento del mondo produttivo.
Solo poche settimane fa la Iata aveva migliorato le stime per il 2010, dimezzando la previsione di perdite dai 5,6 miliardi di dollari annunciati in dicembre a Ginevra, a 2,8. Anche il traffico passeggeri era stato rivisto al rialzo, con un incremento annuale del 5,6%, contro la precedente previsione del 4,5%.
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