«La Curia contestò lo sgombero della baraccopoli di via Bovisasca. Operazione al di sotto dei limiti umani criticò larcivescovo Dionigi Tettamanzi. Anche Filippo Penati si accodò e parteggiò come sempre per i rom». Fermo immagine del vicesindaco Riccardo De Corato. Che, ora, chiede «ai severi censori» un gesto, una dichiarazione di autocritica: «Se la drammatica e squallida compravendita di un neonato è venuta alla luce, lo si deve anche a quellintervento alla Bovisasca. Senza le ruspe quella vicenda sarebbe rimasta nascosta ancora a lungo». E, allora, il numero due di Palazzo Marino «si aspetta che i severi censori, ora, dicano se la trave della tratta degli esseri umani può essere paragonata alla pagliuzza trovata in uno sgombero».
Richiesta più che legittima, quella del vicesindaco, che «osserva con sorpresa» il dietrofront di Penati - «facile cambiare idea a pochi mesi dalla campagna elettorale, sposare la linea anti-rom della Lega» - e ricorda «i sermoni» dellassessore provinciale al nomadismo Francesca Corso: «Sermoncini sottoscritti pure da Penati che dovrebbe ricordare quello che ha detto tempo fa».
\
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.