Tre milioni di persone: alla fiera dell’artigiano parte la sfida alla crisi

L'INTERVENTO Il successo della rassegna lancia un messaggio di riscossa. Ci sono ancora tanti imprenditori che hanno voglia di lottare

Tre milioni di persone: alla fiera dell’artigiano parte la sfida alla crisi

di Antonio Intiglietta

Sono stati nove giorni appassionanti e i numeri ci hanno premiato anche in questa sedicesima edizione. Superata la soglia dei 3 milioni di passaggi, già raggiunta lo scorso anno, Artigiano in Fiera rappresenta oggi un appuntamento fisso per Milano, per l'Italia e per alcune delegazioni estere (Francia, Svizzera, Austria, Germania), una ricchezza turistica e culturale internazionale, una vera e propria destinazione di viaggio. Al di là dei numeri, mi preme una valutazione più profonda su questa manifestazione, che non può essere letta solo in chiave economico-commerciale. Tentando quindi di offrire una visione più ampia vorrei sottolineare come i padiglioni di Fieramilano, a Rho-Pero, per nove giorni si siano trasformati in un luogo di positività diverso dal clima generale in cui vive il Paese, soprattutto per chi ha lavorato dietro le quinte e per gli espositori, che hanno contribuito al pieno successo della mostra. Nove giorni che allo stesso tempo sono saldamente ancorati alla situazione economica e sociale italiana e internazionale, e che per i nostri artigiani hanno rappresentato la possibile ripartenza, il rilancio, la speranza.
Ho visto tanta voglia di riscossa, di rialzare la testa e portare avanti con tenacia, intelligenza e creatività il proprio lavoro. Ma, soprattutto, ho visto tanti imprenditori pronti a resistere e a lasciarsi interrogare di fronte a questa congiuntura che sembra inevitabile e irrisolvibile. Tuttavia, per uscirne dovremo impegnarci, nessuno escluso, e riconoscere che una ripresa può nascere solo dall'uomo e dal suo tentativo di dare significato al vivere e al lavoro

Passando tra gli stand ho percepito che qualcosa sta riemergendo. Ripartiamo davvero dall'eredità straordinaria che ci consegna questa fiera, in grado di rappresentare uno strumento di sostegno e di comunicazione di un modo di fare impresa. Un modello da recuperare e da proporre, per raddrizzare le storture di un sistema economico e finanziario troppo distante dall'uomo e dalla sua vita. Il nostro messaggio ha raggiunto e continuerà a raggiungere anche i giovani e giovanissimi, che quest'anno più che mai hanno affollato i padiglioni di Artigiano in Fiera. La crisi sta pesando sul loro destino e su quello delle loro famiglie. Non è un caso, dunque, che abbiamo voluto puntare su giovani designer e stilisti italiani, realizzando per la prima volta uno spazio ad hoc, dove esporre creazioni frutto di ingegno e innovazione. Le loro storie, e l'esperienza vissuta ad AF 2011, diventeranno presto una pubblicazione e un video-racconto a cui abbiamo già iniziato a lavorare.
Guardiamo all'edizione 2012, con la consapevolezza di un cammino ancora lungo. L'occasione mi permette di lanciare una sfida ambiziosa al mondo imprenditoriale e della finanza. Com'è bello vedere un Paese in movimento, che riscopre identità e ideali, che combatte per tutelare il proprio patrimonio, per difendere e sviluppare le ricchezze conquistate e considerate, a torto, scontate. Ripartiamo dagli uomini che vivono così nella vita e nella società. Ad Artigiano in Fiera siamo stati tutti testimoni della volontà di un popolo di ritrovarsi . L'uomo ha sempre bisogno di relazioni per potersi compiere. Così facendo riusciremo tutti insieme a superare i momenti bui e a cogliere le opportunità che ci propongono. Facciamo tesoro delle parole del nostro Arcivescovo, Angelo Scola, che nel giorno di Sant'Ambrogio ha detto: «Questo tempo in cui la Provvidenza ci chiama piu che mai ad agire da co-agonisti nel guidare la storia è simile a quello di un parto, una condizione di sofferenza anche acuta, ma con lo sguardo già rivolto alla vita nascente: "La donna, quando partorisce, è nel dolore, perchè è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda piu della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo (Gv 16, 21)“. Il travaglio del parto esige però dalla donna l'impegno di tutta la sua energia umana.

Così anche noi, cittadini immersi nella crisi economico-finanziaria, siamo chiamati a metterci in gioco, impegnando tutta la nostra energia personale e comunitaria. Il domani avrà un volto nuovo se rifletterà la nostra speranza. Una speranza affidabile deve quindi guidare le nostre decisioni e la nostra operosità».
Presidente Ge.Fi. Gestione Fiere

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