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Dopo la tregua tornano gli scioperi Domani fermi, bus, tram e metrò

Dopo la tregua tornano gli scioperi Domani fermi, bus, tram e metrò

da Milano

Torna lo sciopero dei mezzi pubblici dopo un mese di calma grazie alle franchigie previste per le elezioni e per le festività pasquali. Domani si fermeranno infatti bus, tram e metrò per uno sciopero nazionale di tutti i dipendenti dell'azienda di trasporto pubblico locale, proclamato dalle organizzazioni sindacali di settore di Cgil, Cisl e Uil. Per otto ore, dunque, niente autobus, tram e metropolitane.
Queste le modalità del blocco che varia da città a città. Roma: dalle 8.30 alle 16.30; Milano: dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 alle 19.45; Napoli: dalle 8.30 alle 16.30; Torino: dalle 9 alle 12 e dalle 16.45 alle 21.45; Firenze: dalle 15.30 alle 23.30; Bologna: dalle 11.00 alle 16.30 e dalle 19.30 alle 22.00; Bari: dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30.
La protesta è stata proclamata, spiega una nota dei sindacati, anche questa volta a sostegno della vertenza per il rinnovo del secondo biennio economico del contratto (2006-2007). Le richieste, «considerato l'andamento dell'inflazione e la necessità di tutelare il reddito delle lavoratrici e dei lavoratori della categoria, richiedono una rivalutazione del 6% delle retribuzioni pari a un valore, a parametro medio, di 111 euro», spiegano i sindacati. Le controparti, Asstra e Anav, finora hanno contrapposto sul tavolo delle trattative le difficoltà economiche delle aziende a causa della mancanza di risorse destinate al trasporto pubblico locale ed hanno ribadito «la loro disponibilità a proseguire il confronto». Almeno nei termini inflessibili dettati dai sindacati.
E replicano. «Venerdì si fermeranno tram, bus e metropolitane per uno sciopero che risulterà incomprensibile ai cittadini, che come al solito ne patiranno le conseguenze, e soprattutto alla classe politica, visto che il nuovo Parlamento si insedierà proprio in quella giornata. Un battesimo politico che purtroppo rischia di essere segnato dal caos nei trasporti e dal traffico per una protesta che avrebbe dovuto essere quanto meno rinviata».
Così Marcello Panettoni, il presidente di Asstra, l'associazione che rappresenta le aziende di trasporto pubblico locale, commenta l’ennesima proclamazione di sciopero.
«Al sindacato, a cui confermiamo la disponibilità a trattare, ribadiamo - prosegue Panettoni - che i problemi economici strutturali gravissimi che affliggono il settore, che fanno da sfondo alla vertenza contrattuale, non si risolvono con gli scioperi, ma vanno affrontati con serietà ed impegno prima di tutto con le istituzioni e la contro parte sociale. Per uscire dalla crisi strutturale e salvaguardare i diritti dei lavoratori, il settore ha infatti assoluta necessità di concertazione e di un tempo minimo affinché il Parlamento ed il Governo possano assumere, senza subire il ricatto del blocco delle città, quei provvedimenti strutturali necessari ad assicurare la mobilità dei cittadini».
Dura la risposta dei sindacati.

«Il presidente dell'associazione che rappresenta le aziende di trasporto pubblico locale «piuttosto che affidare il suo pensiero ad un comunicato stampa, avrebbe fatto meglio a convocare i sindacati per discutere di cosa non funziona nel trasporto pubblico, che pure vede aumentare gli utenti», afferma il segretario nazionale dell'Ugl Autoferrotranvieri, Vincenzo Galdiero il quale, in una nota, sottolinea come sia stato più volte «sollecitato un confronto che interessa solo in minima parte l'aspetto economico».

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