Tremonti e Lagarde: «L’intervento del Fmi è la soluzione giusta per aiutare la Grecia»

Sono rimasti delusi i cronisti che al Workshop Ambrosetti di Cernobbio si aspettavano da Giulio Tremonti anche solo una battuta in chiave elettorale. Correttamente, il ministro dell’Economia ha voluto rispettare il silenzio del giorno di riflessione. E lo stesso ha fatto Enrico Letta, vicesegretario del Pd. «Per cortesia - ha scherzato - almeno oggi non chiedetemi di parlare male del presidente del Consiglio».
Sono stati così i temi europei, provvidenzialmente neutri e quasi anodini, a tenere banco nella mattinata che ha chiuso i lavori a Villa d'Este. Su tutti, com’era naturale, il piano per il salvataggio dell'economia greca deciso nei giorni scorsi dall'Unione europea con il discusso coinvolgimento dell’Fmi. Il fatto di aver bussato alla porta del Fondo monetario internazionale, non è stato infatti ben digerito da tutti.
Tremonti, ieri, ha però tagliato corto con queste polemiche, definendo il piano, con afflato quasi liturgico, come «una cosa buona e giusta». Sulla stessa linea d'onda la sua collega francese agli Affari economici, industria e occupazione, Christine Lagarde. «È un’ottima notizia, da un punto di vista finanziario e tecnico - ha commentato - che sia stato raggiunto un accordo tra i membri dell’Ue e dell'Eurogruppo insieme con l’aiuto del Fmi».
Un piano al quale ieri si è detta pronta ad aderire, su richiesta di Atene, anche la Spagna. Apparsa almeno nelle parole del suo ministro dell'Economia, Elena Salgado, per nulla preoccupata del proprio debito pubblico, definito «molto basso».

Il governo di Madrid, ha spiegato la Salgado, «sta pensando a dei prestiti e quindi possiamo andare sui mercati e raccogliere il denaro sufficiente per aiutare la Grecia».
Decisamente critico, sul soccorso europeo alla Grecia con l'aiuto del Fmi, è stato invece Letta, secondo il quale questa scelta indebolisce l’Europa e «seppellisce l'idea di un Fondo monetario europeo».
GMatt

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