Tremonti: Italia tranquilla, rischi dall’Atlantico

"Gli obiettivi 2010 saranno centrati e ci troveremo in una posizione confortevole nel nuovo patto di stabilità". Il Fmi: la finanza è il "tallone d’Achille" della ripresa economica. Nel mirino di Moody’s il debito dell’Irlanda

Tremonti: Italia tranquilla, rischi dall’Atlantico

«Siamo assolutamente tranquilli» sull’andamento dei conti pubblici, «e gli obiet­tivi saranno centrati». Allo stesso tempo,la posizione del­­l’Italia nel nuovo patto euro­peo di stabilità è «straordina­riamente confortevole». Da­vanti alle commissioni Bilan­cio congiunte di Camera e Se­nato, Giulio Tremonti delinea in quadro della finanza pub­blica, alla vigilia della presen­tazione della «legge di stabili­tà » (l’ex Finanziaria). «Per il 2010 - dice - siamo assoluta­mente tranquilli. Nelle nuove regole europee di bilancio, che partiranno dal 2016, il no­stro Paese si troverà a suo agio. Quanto all’ex Finanzia­ria, il ministro dell’Economia conferma che sarà esclusiva­mente tabellare: «la manovra l’abbiamo fatta in luglio, e non la emendiamo». I rischi per l’economia non vengono dunque dall’inter­no, e neppure dal Mediterra­neo. Complessivamente, «lo scenario è meno drammatico - spiega ai parlamentari - ma ci sono uno o due Paesi sull’At­lantico che potrebbero, an­che se non è detto, portarci di nuovo a una situazione com­plicata. Potrebbero crearsi scenari avversi in Europa, ma non in Italia». Tremonti non fa nomi, ma è evidente che si riferisce all’Irlanda e,in secon­da battuta, al Portogallo. Per Dublino potrebbe essere in ar­rivo anche un declassamento da parte di Moody’s. L’agen­zia di rating ha infatti l’isola nel mirino. Considerate le ragioni della crisi, aggiunge il ministro del­l’Economia, «è importante mettere sotto osservazione, con tutti gli strumenti possibi­li, non solo la finanza pubbli­ca ma anche la finanza priva­ta. La sostenibilità del sistema - osserva - non è data solo dal­la sostenibilità della finanza pubblica». Il Fondo moneta­rio internazionale gli dà ragio­ne: «Il sistema finanziario re­sta il tallone d’Achille della ri­presa economica». All’Europa, il governo chie­derà deroghe alla normativa comunitaria per quanto ri­guarda le zone franche, le aree a bassa fiscalità e a bassa regolamentazione, ed anche eccezioni a regole europee pervasive. Si andrà avanti con la lotta all’evasione fiscale, che ha dato risultati «crescen­ti e importanti ». Bisogna inve­stire il massimo possibile nel­la scuola, e sui tagli di spesa l’unico criterio resta quello dei tagli lineari: «Chi dice di no - attacca Tremonti - vuole solo conservare la spesa pub­blica ». Abolire le Province o le auto blu porta 200 milioni o giù di lì. Secondo il Fmi, che ieri ha aperto i lavori dell’assemblea annuale con la presentazione del Financial Stability Report , le misure prese in questi mesi dai governi «vanno nella giu­sta direzione, e il risanamen­to di bilancio è già in atto ». Cer­to la situazione non più com­plessa per Paesi come l’Italia che ha un debito al 118,4% del pil, o la Grecia che supera il 130%.Anche il Belgio e l’Olan­da, osserva il Fmi, appaiono vulnerabili perchè i loro bilan­ci sono più sensibili al deterio­ramento della crescita econo­mica. Sui mercati il clima di fi­ducia non si è ancora ristabili­to, e il sistema bancario inter­nazionale è alle prese con una grande sfida: rinnovare sul mercato una raccolta pari a 4 mila miliardi di dollari. E de­vono ancora emergere svalu­tazioni per 550 miliardi di dol­lari. Dunque, serve massima cautela nella exit strategy . Altro argomento centrale nelle discussioni di Washin­gton, la questione dei cambi. Ieri a Bruxelles, la troika euro­pea (Junker, Rehn, Trichet) ha incontrato il premier cine­se Wen Jiabao. Pechino ha co­municato l’intenzione di ac­quistare titoli del debito pub­blico greco. Una decisione ap­prezzata dagli europei, che pe­rò chiedono una più decisa ri­valutazione dello yuan. «L’evoluzione del cambio del­l­o yuan non è stata esattamen­te quella che avevamo spera­to », osserva il presidente della Bce. Secondo uno studio Fmi-Banca mondiale, l’euro e il dollaro americano sono so­pravvalutati del 13% rispetto a una ideale parità, mentre la moneta cinese è sottovalutata del 27%.

Evidenti agli occhi di tutti le ripercussioni sul com­mercio mondiale. Ma per il di­­rettore generale del Fondo, Dominique Strauss-Kahn, la politica cinese aiuterà il rie­quilibrio. Intanto, ieri l’euro ha toccato sul dollaro il massi­mo degli ultimo 8 mesi (1,3850).

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