Il nodo vero che stringe alla gola lItalia è quello la crescita. Ma il ministro dellEconomia Giulio Tremonti mette subito le mani avanti, dalla convention Pdl di Cortina dAmpezzo, frenando gli entusiasmi di chi è così «pirla» da pensare che il rigore non paga e che si possano riaprire i cordoni della borsa per qualche voto in più: «Se qui cè qualche pirla che dice che allora non vuoi prendere voti, forse non ha capito che gli italiani che sono uno dei popoli più intelligenti, sanno che i politici devono smettere di dire che pagano lassegno perché se io firmo, lassegno lo pagate voi». Serve il rigore, dunque. E il Mezzogiorno deve cambiare registro: «Forse è chiaro a tutti dice il superministro che non si può continuare con la politica fatta finora. Nel Sud manca lo Stato. E la questione meridionale è una questione nazionale». Quindi Tremonti spiega che «ognuno che governa una regione ha una logica ce non coincide con la logica della nazione» e che lo Stato deve fare lo Stato, lordine pubblico, le opere pubbliche: «Il passante di Mestre è stato fatto in tre, quattro anni, magari in Spagna lavrebbero fatto in due. La Salerno-Reggio Calabria è ferma da quattordici anni ed è stata bloccata da 120 attentati in un solo lotto. Non è che sono mancati i soldi, è successo qualcosaltro. Ecco perché deve tornare lo Stato».
Tremonti lancia laltolà sullo stato della crisi economica: «Eravamo quasi sullorlo dellabisso ricorda non credo che tutti i rischi siano stati eliminati: i signori della speculazione sono ancora a piede libero, la massa di derivati è ancora in giro. Non in Italia, ma in altri paesi ci sono situazioni di crisi potenziale che devono essere considerate con la massima prudenza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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