Pendolari furiosi ieri mattina in tutta la Liguria per la soppressione di una ventina di treni regionali e interregionali a causa della mancanza di macchinisti che si rifiutano di utilizzare l'attrezzatura Vacma (il pedale da pigiare costantemente) ritenuta dannosa per la salute. Centinaia di persone sono rimaste nelle stazioni anche a causa del sovraffollamento dei treni rimasti in servizio. E le conseguenze si sono fatte sentire anche sulle strade verso il centro città, visto che molte persone esasperate, alla fine hanno scelto di usare lauto provata.
E non è più solo una questione di problemi di traffico. «Tale situazione rischia di determinare problemi di ordine pubblico», ha infatti dichiarato lassessore regionale ai trasporti, Luigi Merlo, che ha rivolto un appello a Trenitalia «ad accelerare e definire le trattative in corso a livello nazionale e un richiamo alle organizzazioni sindacali affinché responsabilmente sospendano lo stato di agitazione, al fine di garantire lo svolgimento del servizio. Da parte mia ribadisco la disponibilità della Regione a svolgere un ruolo attivo tra le parti al fine di individuare una soluzione definitiva».
Le prospettive non sono tuttavia rosee. Il Gruppo Ferrovie dello Stato ha infatti avvertito che la protesta, iniziata il primo dicembre scorso, «continuerà a causare difficoltà e penalizzazioni alla circolazione regionale e interregionale dei treni» e ha invitato pertanto la clientela a prestare attenzione alle informazioni diffuse nelle stazioni interessate rivolgendosi anche al personale di assistenza di Trenitalia. Contemporaneamente lazienda annuncia per domenica lentrata in vigore del nuovo orario che prevede tra laltro 12 nuovi intercity tra Genova e Torino, mentre sulla Genova - Ventimiglia quattro intercity saranno prolungati da Albenga a Ventimiglia. L'offerta di qualità giornaliera aumenterà così di circa 2 mila 300 chilometri con 8 mila nuovi posti.
Dal canto loro i sindacati dei macchinisti hanno puntualizzato che «il personale di macchina della Liguria non sta effettuando nessuna forma di sciopero» e che «nessuna forma di protesta è in atto perchè questa si configurerebbe come uno sciopero».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.