Esistono due modi di approcciarsi alla mostra Radio Fm 1976 -2006, appena inaugurata al Museo di Roma in Trastevere: con fare goliardico, cogliendo i momenti, le suggestioni di ilarità, di divertimento, oppure raccogliendo lo spunto sociologico. A trentanni dalla sentenza della Corte costituzionale che sanciva la libertà di trasmissione, la mostra ripercorre i successi incredibili che questo media nel tempo ha accumulato. Divertenti «docce sonore», come fossero grandi ombrelloni trasparenti, aiutano lo spettatore a spostare lattenzione dallocchio allorecchio. Posizionandosi infatti sotto di esse, si ha la opportunità di ascoltare, a volume piuttosto elevato, stralci di cronaca, di musica, di programmi radiofonici del passato che vengono rievocati. Di sala in sala si ripercorrono dunque questi trentanni, anche grazie alla strumentazione presente nelle vetrine, mixer, giradischi, vecchi microfoni, ormai quasi vetusti, considerati veri e propri oggetti depoca. Ma è soprattutto grazie alle immagini fotografiche e ai jingle che la memoria sembra perdersi in tempi passati. Perché la mostra è proprio questo che fa: mobilita la memoria, di chi in quegli anni, dal 77 in poi, già cera e di chi è arrivato dopo. Regala ricordi. Grazie a quella sentenza che sanciva un atto di libertà costituzionale le cosiddette «radio libere» si moltiplicarono nel numero e si migliorarono nella programmazione. Fu un momento importante dal punto di vista culturale, perché le radio libere cominciarono a penetrare proprio attraverso quelle barriere che anche poco tempo prima sembravano totalmente inaccessibili.
E la radio divenne così uno strumento atto a raccontare, in maniera precisa e veloce, quello che succedeva nel mondo. 37 milioni di persone con le orecchie tese, per un totale di quasi 1.
Al Museo di Roma in Trastevere fino al 4 novembre. Dal martedì alla domenica 10 - 20.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.