Trenta ore in coda per consegnare il «kit»

Attesi migliaia di immigrati davanti gli uffici postali. Sportelli aperti dalle 14.30

Per farcela si sono messi in coda trenta ore prima che aprissero gli sportelli. I primi - un peruviano e una mamma ucraina - sono arrivati in via Cordusio alle 8. Alle 17 le persone in fila erano una ventina e code di immigrati si vedevano anche in via Bertini (zona Paolo Sarpi). «Ma il grosso degli stranieri arriverà nella notte», spiegavano a metà pomeriggio agenti e impiegati in via Cordusio mentre da un camion venivano scaricate le transenne.
Oggi, in tutta Italia, gli immigrati potranno consegnare i kit per avere un contratto di lavoro e quindi il permesso di soggiorno. C’è chi consegnerà i moduli per un parente e chi a Milano c’è già e spera di mettersi in regola. Il decreto del governo mette a disposizione per la Lombardia 16.940 nuovi ingressi divisi tra lavoratori subordinati, stagionali e autonomi. Se li aggiudicheranno i primi a consegnare la domanda - insieme ai 5,70 euro per spedire la pratica - nei 73 uffici postali della città - in provincia ce ne sono altri 167, elencati nel sito www.poste.it - che oggi dalle 14.30 metteranno a disposizione degli appositi sportelli.
Tra questi c’è la sede di via Cordusio, dove di solito si spediscono lettere e pacchi. Lì, sul marciapiede che costeggia l’ingresso laterale, si è fermata la prima coda, ieri mattina. «Non c’era altro modo per far venire in Italia mio fratello, sono il primo in fila, non mi fa paura una notte qui» racconta un peruviano. «Lavoro in Italia da un anno, faccio la domestica - aggiunge una giovane signora bionda dell’est europeo -. Mia figlia era malata, sono venuta a Milano per lavorare, i soldi poi li spedivo a casa per pagare l’ospedale - racconta -. Ora spero di mettermi in regola. Che cosa penso? Se una persona è onesta e ha il lavoro non dovrebbe passare tutta la notte in coda». Si sono portati sgabelli, più tardi arriveranno amici e parenti a dare il cambio o soltanto una coperta. «Io resto qui, non mi muovo - sorride una signora ucraina, foulard che le avvolge la testa -. Lavoro come badante e domestica. Se non ce la faccio ad avere il permesso? Il lavoro si trova lo stesso se sei bravo, ma una vita da regolare è un’altra cosa».
Le forze dell’ordine temono che qualcuno cerchi di «governare» le code, magari facendosi pagare in cambio di un posto in cima alla fila. Ogni persona può consegnare fino a cinque kit e la cosa si presta a favori o prepotenze. Ecco perché viene subito stracciata dagli agenti una lista con dei nomi delle persone in coda. Gli stessi immigrati raccontano di persone che promettono, in cambio di denaro, di far partire la busta prima. «Tutte falsità, gli stranieri non devono farsi ingannare: nessuno può garantire il via libera in cambio di denaro!» spiega Graziella Carneri, responsabile dell’ufficio immigrati della Cgil. Conta soltanto l’ora di consegna della busta, il via libera (ammesso che i documenti siano compilati correttamente) andrà a chi è arrivato prima. «Ma saranno poche decine per ufficio postale, non più di 20-30 - aggiunge la sindacalista-. I posti in palio sono pochissimi».
In coda si ritroveranno invece decine di migliaia di immigrati e italiani.

Per evitare disordini, spiegano in Prefettura, pattuglie di polizia e carabinieri vigileranno davanti agli uffici più grandi, nei commissariati ci saranno altri uomini pronti a muoversi. Gli sportelli chiudono alle 17.30. Le Poste hanno annunciato che oggi «gli sportelli accetteranno le domande fino al loro esaurimento».

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