Trento, sfigurata con l’acido dal marito marocchino

Notte da incubo per una 24enne italiana: picchiata e violentata durante l'incontro col suo compagno evaso dagli arresti domiciliari. La vittima è ricoverata in gravi condizioni

Trento, sfigurata con l’acido 
dal marito marocchino
Trento - La sua stanza d’ospedale è tenuta sotto controllo dai carabinieri, giorno e notte. Una discreta sorveglianza per evitare che il marito possa tornare e infierire ancora. La vittima ha 24 anni e porterà per sempre impressi sul viso i segni di una notte d’inferno: è stata picchiata dal marito, un marocchino di pochi anni più vecchio di lei, e ustionata al volto, alle mani, alle spalle e alla schiena con l’acido.

Maria Chiara Tonelli era innamorata di quell’uomo sposato qualche anno fa. Per questo motivo, pur sapendo che era ricercato, aveva accettato di incontrarlo, sabato. Youssef Merzak, da qualche mese era latitante dopo essere fuggito dagli arresti domiciliari. Nel suo passato ci sono diversi guai con la giustizia fra cui spaccio di droga e lesioni aggravate; era l’estate di due anni fa quando il marocchino ferì a coltellate un altro straniero rischiando di recidergli la carotide.

Carabinieri e polizia sono in allerta: Merzak, che sabato notte dopo aver sfregiato con l’acido muriatico la moglie, è riuscito a fuggire. Ed è considerato estremamente pericoloso.

Maria Chiara Tonelli, la vittima, è sorvegliata in ospedale, al centro grandi ustioni del policlinico di Verona; i genitori di lei sono barricati nel loro ufficio, a Trento nord. «Abbiano paura che lui torni», spiega la mamma.

Ciò che è accaduto nella notte fra sabato e domenica altro non sarebbe che la drammatica prosecuzione di una serie di angherie che il marito avrebbe inferto alla moglie negli ultimi mesi.

La coppia aveva trascorso la notte in un hotel nelle vicinanze della città. Lì la ragazza sarebbe stata picchiata e costretta a subire violenza. Non sono chiari i motivi della lite, ma il dubbio è che la bottiglia di acido muriatico - del tipo usato per sturare i lavandini - non fosse finita per caso sull’auto del marocchino. I contorni della vicenda sono per certi aspetti ancora oscuri. La ragazza ieri mattina è stata sentita in ospedale dagli investigatori trentini e ha fornito particolari impressionanti. Ha raccontato di un giro in auto nella serata di sabato, e di un litigio scoppiato all’improvviso sulla via di casa. Lei avrebbe voluto scendere da quel mezzo trasformatosi in una trappola, lui ha accostato in una stradina a lato della statale della Valsugana. Non è chiaro se l’uomo l’abbia gettata dall’auto o se sia stata la donna a lanciarsi fuori dall’abitacolo. La vittima è stata poi raggiunta, picchiata, legata alle mani e imbavagliata con il nastro adesivo. Poi ustionata al volto con l’acido. Il marito ha tentato quindi di investirla con l’auto, poi le ha versato ancora il liquido corrosivo lungo la schiena, mentre la ragazza con le ultime forze cercava di fuggire lungo i campi.

È stata trovata in mezzo alla carreggiata da un automobilista che lì per lì si era spaventato vedendola con il volto sfigurato. Sono subito partiti i soccorsi. Nella notte la giovane è stata portata prima all’ospedale Santa Chiara di Trento, quindi al centro ustionati di Verona, dove si trova ricoverata in gravi condizioni.

La magistratura sta vagliando al momento le ipotesi di reato a carico del marocchino: oltre all'accusa di lesioni gravissime si

potrebbero aggiungere la violenza sessuale, il sequestro di persona, il tentato omicidio. Decine di carabinieri sono impegnati in queste ore nelle ricerche del marocchino. Si cerca di scoprire chi gli stia dando aiuto.

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