Avrebbe dovuto pagare quasi 16mila euro di rette per la nonna ricoverata in una struttura Rsa, ma il Tribunale di Milano ha revocato il decreto ingiuntivo contro di lui. Un 40enne residente in provincia di Bergamo, A.B., si è opposto all'ingiunzione, ha vinto la causa e non deve nulla alla società che gestisce la struttura per anziani.
La sentenza, tecnicamente arrivata per un difetto di competenza territoriale, si inserisce nel filone delle pronunce a favore dei parenti di malati di Alzheimer ospitati in una struttura Rsa. La Cassazione e la corte d'Appello di Milano hanno di recente riconosciuto il diritto per queste persone di non pagare le rette. Una questione di rilevanza nazionale, con oltre un milione di famiglie coinvolte e una spesa annua superiore ai 10 miliardi di euro che, secondo le nuove sentenze, dovrebbero essere a carico del Sistema sanitario.
Ora anche il Tribunale, che in passato ha in più occasioni dato torto alle famiglie dei malati, con una decisione della Settima sezione civile depositata il 27 ottobre scorso dichiara nullo un decreto ingiuntivo che un colosso della assistenza privata aveva ottenuto nel 2024 nei confronti del nipote di un'anziana signora malata di Alzheimer e demenza senile ricoverata in una struttura della Bergamasca e che nel frattempo è morta. Il 40enne aveva deciso di non corrispondere più le rette alla Rsa su consiglio del suo avvocato, Giovanni Franchi, legale di riferimento in questa materia (suoi tutti gli ultimi casi che hanno portato alle recenti decisioni in Cassazione). Il giudice ha revocato il proprio provvedimento, accogliendo l'eccezione d'incompetenza per territorio avanzata dal legale.
La richiesta del decreto ingiuntivo, infatti, applicandosi al caso il Codice del consumo, avrebbe dovuto essere presentata non a Milano ma a Bergamo, dove risiede il nipote dell'anziana, per il principio della prevalenza del "foro del consumatore" in questo tipo di controversie.
"Al di là della questione della competenza territoriale, si tratta di una sentenza importantissima - spiega l'avvocato Giovanni Franchi, che tra l'altro è anche presidente per l'Emilia Romagna di Konsumer Italia - che conferma, questa volta già in primo grado, l'orientamento prevalente della giurisprudenza italiana, secondo cui nulla è dovuto dai malati di Alzheimer e dai parenti che si sono obbligati per loro, quando questi nelle Rsa hanno bisogno di trattamenti sanitari connessi alle prestazioni assistenziali".
Quello del Tribunale milanese è un nuovo tassello in una questione che, in mancanza di una normativa specifica, mette in difficoltà in primo luogo le famiglie ma anche le residenze sanitarie assistenziali e le Regioni stesse, che spesso sono chiamate dai giudici a pagare il conto.