Rodolfo Parietti
da Milano
Monsieur Trichet continua a muoversi nel solco, già ben tracciato, della prevedibilità. «Non dirò nulla che possa contraddire le attese dei mercati per la fine dellanno», ha detto ieri. Ciò che i mercati si aspettano è un rialzo dei tassi di un altro quarto di punto in dicembre, così come ieri tutti i pronostici convergevano sul fatto che il costo del denaro sarebbe rimasto invariato al 3,25%. Così è stato.
Meno scontato è in quale direzione si muoverà la Bce a partire da gennaio. Ma anche in questo caso, pur mantenendo le carte abbastanza coperte («vi dirò che faremo il necessario per garantire la stabilità dei prezzi», ha risposto ai giornalisti), il presidente dellistituto centrale sta cominciando a seminare i primi indizi. Intanto, Trichet ha negato che la Bce abbia un livello neutrale dei tassi, come invece sottolineato qualche giorno fa da Lorenzo Bini Smaghi, componente del direttivo: «Queste dichiarazioni riflettono opinioni personali. La Bce non fa riferimento, nelle sue discussioni, a un livello neutrale dei tassi». Ma, soprattutto, il recente ripiegamento dellinflazione all1,6% non ha convinto affatto Trichet. È un fenomeno «momentaneo». La guardia resta dunque alta, «stretta la vigilanza» per usare il lessico caro a Francoforte, perché «il calo dellinflazione è il risultato combinato di alcuni fattori positivi», il primo dei quali è la discesa delle quotazioni petrolifere, passate dai quasi 80 dollari il barile della scorsa estate agli attuali 60 dollari circa. «Non si possono escludere nuovi aumenti dei prezzi del greggio», ha ripetuto il numero uno della Bce. Ancora convinto che linflazione si manterrà «su livelli elevati e sopra il 2% nel 2006 e, probabilmente, anche nel 2007» e mostrerà «una maggiore volatilità su base annua».
Le valutazioni di Trichet tengono conto delle probabili rivendicazioni salariali nelleuro zona e dellimpatto sul carovita derivante, da gennaio, dallaumento dellIva in Germania. Ma non solo. Francoforte è sorpresa e al tempo stesso preoccupata da una crescita economica «più vigorosa di quanto si prevedeva», che «sta guadagnando forza e ampiezza» e ha caratteristiche tali da consentire un rafforzamento dei consumi. Inoltre, le ultime indicazioni sullandamento della massa monetaria (più 8,5% in settembre) devono aver ancor più messo sul chi vive la banca centrale.
Le condizioni per intervenire da subito sui tassi cerano insomma tutte. Trichet, tuttavia, aveva «promesso» una stretta a fine anno. E non ha tradito il proprio stile di comunicazione.
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