Economia

Trichet «frena» la crescita di Eurolandia

da Milano

Un moto di entusiasmo lo riserverà, forse, per celebrare il ritorno dell’inflazione sotto la soglia del 2%. A Jean-Claude Trichet non suscita invece particolari emozioni la crescita oltre le attese del Pil di Eurolandia nel primo trimestre 2008: è un più 0,7%, comunicato ieri da Eurostat, di forte impronta tedesca (più 1,5%, l’espansione maggiore degli ultimi 12 anni) e senza il contributo dell’Italia, che comunicherà i propri dati il prossimo 23 maggio. Ma il presidente della Bce frena: «Abbiamo sempre detto che secondo noi il primo trimestre avrebbe mostrato una forte tenuta. Ora ne abbiamo la conferma. Il secondo trimestre sarà meno lusinghiero, e anche il secondo semestre, in confronto al primo, mostrerà un qualche rallentamento». D’accordo anche la Commissione Ue.
La cautela dell’Istituto di Francoforte è peraltro evidente nell’ultimo Bollettino mensile, in cui le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso dello 0,2% per quanto riguarda il 2008 e dello 0,4% per il 2009. Nel biennio, l’espansione economica non dovrebbe superare l’1,6 per cento.
Non cambia, invece, lo stato di allerta sull’inflazione, «notevolmente» al di sopra del target del 2%, anche se il picco dovrebbe essere stato raggiunto con il 3,6% di marzo. I previsori della Banca centrale hanno rimesso mano alle stime, collocando ora la crescita dei prezzi al consumo al 3% nel 2008 (2,5% la previsione precedente). La «massima priorità» resta dunque la lotta al carovita, e ciò avrà riflessi sulla conduzione della politica monetaria.
Trichet, ieri a Vienna dove ha partecipato al meeting dell’International capital market association, ha evitato ogni accenno ai tassi, fermi al 4%, ma l’orientamento della Bce è stato ben espresso dal presidente della Bundesbank e governatore dell’Istituto centrale, Axel Weber, secondo il quale «di fronte alla forte crescita dei tassi non dovremmo perder di vista l’opzione di un aumento del costo del denaro». Non a caso, il mercato dei futures Euribor ha azzerato ieri anche quelle minime possibilità di un taglio del costo del denaro l’anno prossimo abbozzate mercoledì scorso; addirittura, c’è qualche timida scommessa su un giro di vite all’inizio del 2009.
Se l’inflazione è da sempre la magnifica ossessione di Trichet, a inquietare la Banca centrale è ora anche il processo di risanamento dei conti pubblici. L’obiettivo di un pareggio di bilancio entro il 2010, è «decisamente a rischio», si legge nel Bollettino. In questi Paesi, sottolinea la Bce, «servono politiche molto più ambiziose. Politiche di bilancio prudenti in tutti i Paesi contribuirebbero anche a contrastare le attuali pressioni inflazionistiche». L’Eurotower ricorda che le previsioni di primavera della Commissione Ue prevedono «disavanzi pari o nettamente superiori al 2% del Pil in Francia, Italia, Portogallo e Grecia nel 2008, riconducibili nei primi due casi a un allentamento delle politiche di bilancio».


Per il 2009, prosegue l’analisi, «la Commissione non prevede alcun risanamento nei Paesi con un disavanzo elevato. I livelli del debito pubblico restano alti in Italia, Grecia e Belgio e aumentano in Irlanda, Portogallo e Francia».

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