Trichet striglia le banche: «Prestate più soldi»

Banche, così non va. Nella polemica sulla scarsa erogazione di credito che vede da tempo contrapposte le banche alle imprese, interviene Jean-Claude Trichet. In trasferta a Lussemburgo, dove ieri la Bce ha tenuto il periodico direttivo extra-sede lasciando invariati i tassi all’1%, il presidente dell’Eurotower non è andato troppo per il sottile nel giudicare l’operato del mondo del credito: «Il flusso dei prestiti bancari alle imprese e alle famiglie - ha ammonito - è rimasto limitato. Le banche facciano la loro parte» nel sostenere l’economia.
Il richiamo del banchiere francese giunge a circa una settimana di distanza dalla maxi-asta da 442 miliardi di euro con cui l’istituto di Francoforte ha garantito al sistema liquidità fino a fine anno. Un motivo in più per spronare le banche, accusate anche di essere troppo caute nel rafforzamento della base patrimoniale, ad allargare i cordoni della borsa. Le cifre, d’altra parte, sembrano dare ragione alla Bce: i prestiti al settore privato sono calati in maggio all’1,8%, il livello più basso dall’inizio del terzo stadio dell’Unione economica e monetaria. Insomma, pur tenendo conto della bassa domanda, è come se l’impasse generata dal credit crunch, con le banche riluttanti a concedere fiducia a chi chiedeva denaro, non fosse mai stata superata.
Questo fenomeno di restringimento del credito rischia, ovviamente, di avere ripercussioni sui tempi della ripresa, peraltro prevista debole e collocata non prima della seconda metà del 2010. Anche se Trichet ha ribadito ancora una volta che l’1% non rappresenta il plafond per i tassi, giudicati comunque «appropriati», le possibilità di un ulteriore ritocco verso il basso si vanno via via restringendo e sono ormai legate a un deterioramento del ciclo oggi non preventivabile.
Nè sono in programma ulteriori misure non convenzionali dopo l’operazione d’acquisto di covered bond per 60 miliardi, al via lunedì prossimo, con cui si intende incoraggiare le banche ad accelerare gli impieghi e a rivitalizzare un comparto duramente colpito dalla crisi. Con scadenza fra i tre e i 10 anni, queste obbligazioni sono garantite da una serie di asset come mutui ipotecari, che restano in portafoglio al cedente; verranno acquistate, direttamente sul mercato primario e secondario e in «modo graduale», soprattutto dalle singole banche centrali dell’eurozona, mentre alla Bce sarà riservato l’8% dell’intera emissione. Il valore minimo delle obbligazioni sarà pari a 500 milioni tranne che in «situazioni speciali» nelle quali è previsto che il bond possa essere «non inferiore a 100 milioni».
Con l’operazione bond, la Bce chiude il cerchio delle azioni anti-crisi. «Una volta che la condizione macroeconomica migliorerà - ha avvisato Trichet - la Bce assicura che le misure straordinarie di questo periodo saranno ritirate velocemente».

Ora la palla passa appunto alle banche, e ai governi, invitati fin d’ora a studiare le opportune exit strategy e a impegnarsi per consolidare i bilanci pubblici a partire dal 2011. Per i Paesi a elevato debito e disavanzo, come l’Italia, la correzione del deficit dovrà essere almeno dell’1% del Pil ogni anno.

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