Triennale, SpHaus presenta la mostra di Dodo Arslan

Marmo, carbonio, fibra di vetro, pelle, poliuretano, metallo. Sono tanti i materiali con cui Dodo Arslan realizza i suoi progetti, frutto di una sperimentazione continua, che lo ha portato ad essere uno dei talenti più innovativi del design Made in Italy. Da domani, l'universo poliedrico del 39enne milanese di origini armene è raccolto in una mostra al Triennale Design Museum, «Dodo Arslan - le attrazioni della materia». «I miei progetti? Nascono in uno stato di incoscienza, nel momento fra il sonno e la veglia», racconta il designer che stasera presenta in anteprima una ventina di progetti, fra i quali due poltrone e un divano disegnati per spHaus. È stata infatti questa azienda lombarda con una forte propensione allo «scouting» di nuovi talenti, a lanciare Arslan nel 2003, credendo nell'impatto sperimentale dei suoi progetti. Proprio con uno di questi, la poltrona oscillante «Apple» (si ispira a una mela tagliata a metà), ha vinto nel 2004 il premio «Young&Design». Da questo momento, il designer ha collezionato vari riconoscimenti. Curata da Fabio Verdelli, la mostra racconta il mondo di questo «dottor Frankenstein del design, che assembla forme e sostanze per inseguire il sogno di manipolare la materia e darle vita», come lo definisce Silvana Annichiarico, direttore del Triennale Design Museum.

Senza trascurare la connotazione artigianale dei suoi lavori: «Ho capito l'importanza di lavorare con gli artigiani quando ho iniziato a disegnare per Filippo Dell'Orto (direttore artistico e fondatore di spHaus ndr.): è stato lui a mettermi in contatto con le eccellenze italiane del settore».

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