Cosa hanno in comune gli scienziati nazisti, l'industria farmaceutica, la Cia, Aldous Huxley, il dipartimento di psicologia dell'università di Harvard, il gruppo rock dei Grateful Dead, la sottocultura hippie, il Sessantotto, i rave party? Sono tutti tasselli importanti della Rivoluzione psichedelica raccontata da Mario Iannaccone in 616 pagine riviste e corrette (sono una più interessante dell'altra, 19 e 50 euro ben spesi, l'editore è Ares). Perché mai dovremmo ancora interessarci agli allucinogeni di varia natura? Quale rilevanza culturale hanno avuto e hanno ancora funghetti, Lsd e altre sostanze che procurano viaggi lisergici a chi le assume? Proprio qui sta l'importanza del libro. Iannaccone indica nella diffusione delle droghe psichedeliche il momento cruciale della dissoluzione di ogni certezza. Che fine fanno le convinzioni tradizionali, la logica cartesiana, la religione se basta una dose di Lsd per dissolvere l'io, aprire le porte della percezione, avere la sensazione di squarciare il velo di Maya e ridiventare Adamo che osserva il mondo per la prima volta, con occhi vergini? Fanno una fine brutta e la sperimentiamo ogni giorno. In fondo alla strada, c'è la convinzione sulla quale si regge il mondo degli intellettuali: tutto è cultura e tutte le culture si equivalgono. Per liberarsi, bisogna innanzi tutto rivedere ed emendare il linguaggio, espressione del potere e strumento di oppressione. Ci sono tutti gli elementi necessari alle teorie del politicamente corretto o del genere sessuale (la cosiddetta Gender Theory).
Non corriamo. All'inizio il problema era il controllo. All'inizio della Guerra fredda, gli Stati Uniti si convinsero che i russi avessero trovato il modo di «deprogrammare» il cervello dei prigionieri trasformandoli in automi al servizio del comunismo. L'America non poteva restare indietro. La Cia diede il via a un'immensa operazione nota come MK-Ultra. Obiettivo: compiere o finanziare gli studi più disparati «per condizionare o decondizionare il comportamento di amici e nemici; per indurre false memorie e prendere il controllo sulle persone; per sperimentare su soggetti consapevoli o inconsapevoli potenti sostanze psicotrope». Tra le droghe, grandi speranze erano riposte nel Delysid o Lsd-25, creazione di Albert Hoffmann nel 1938. Il progetto coinvolgeva personalità di primo piano in tutti i settori, dalla politica alla grande impresa. All'epoca, le sostanze erano legali e se ne raccomandava l'uso sotto controllo medico.
Dopo il controllo, c'è infatti la psichiatria. Lo psicologo Timothy Leary, professore a Harvard, è convinto del potere terapeutico degli acidi. Inizia a sperimentare cure a base di allucinogeni per casi di schizofrenia, tossicodipendenza, alcolismo. L'esperienza, a suo dire, è così radicale da fare tabula rasa del vecchio io. A questo punto, lo psichiatra ha un ampio margine di intervento per condurre il paziente a una nuova immagine di sé, guarendolo.
Leary dichiara successi straordinari e diventa un guru delle droghe psichedeliche. I «viaggi» sarebbero esperienze mistiche che avvicinano Occidente e Oriente. Leary organizza comuni, prima in Messico e poi in California, dove vende esperienze trascendenti, i ricconi accorrono, sborsano, si drogano, ascoltano i sermoni di Leary, leggono il Libro tibetano dei morti. Harvard caccia Leary nel 1963. I conti non tornano. Il guru va a gonfie vele, il professore non riesce a produrre studi che rispettino le regole scientifiche.
Prima, durante e dopo il controllo e la psichiatria, c'è una élite di intellettuali convinti che l'umanità sia a un passo da un balzo evolutivo. Quel passo sarà compiuto grazie agli allucinogeni, che dimostrano la complessità del cervello. L'élite predica una conversione prudente, progressiva e indirizzata ad altri membri di quell'ambiente. Il personaggio chiave è lo scrittore inglese Aldous Huxley, autore del romanzo distopico Mondo nuovo (1932), del romanzo utopico L'isola (1962) e del saggio Le porte della percezione (1954), ispirato dall'uso delle droghe lisergiche. È Huxley il vero anello di congiunzione tra protagonisti della Rivoluzione psichedelica, dal mago Aleister Crowley, in aria di satanismo, fino a Leary stesso. Ma l'elenco delle star, non solo della letteratura, che hanno giocato con le pillole e i funghi sarebbe sterminato: William Burroughs, Arthur Koestler, Allen Ginsberg. Tra gli attori, spicca Cary Grant, testimonial della bellezza degli acidi almeno fino a quando saranno messi fuori legge (1966). Ken Kesey, l'autore di Qualcuno volò sul nido del cuculo (1962), occupa una posizione speciale, essendo il tratto d'unione tra la generazione di Leary e gli hippie. A bordo del bus Furthor nel 1964 inizia a girare gli Stati Uniti con i suoi seguaci, quei burloni dei Merry Pranksters, un gruppo di sballati ridanciani. La rivoluzione, tutto sommato, deve essere divertente. Eppure presto ci sarà poco da ridere. Molti studi descrivono gli effetti devastanti che può avere un «viaggio» mal riuscito, la droga diventa un fenomeno di massa e dopo l'entusiasmo iniziale i reparti psichiatrici di città come San Francisco traboccano di tossici. La saldatura tra hippie e movimenti studenteschi fallisce, il clima si fa pesante. Giornalisti come Tom Wolfe e Joan Didion piantano la pietra tombale con reportage che mostrano come il sogno sia destinato a trasformarsi in un incubo. Leary finisce in carcere e quando ne esce sembra un'altra persona, al punto che molti lo accusano di aver tradito la causa. Stessa sorte tocca a Kesey, reo di aver dichiarato, dopo essere uscito di prigione, di voler andare «oltre l'acido». Altri stupefacenti si fanno largo e mietono vittime.
La storia si direbbe conclusa ma... Ricordate le élite di cui parlavamo all'inizio? Non sono sparite nel nulla. Al contrario hanno marciato dentro le istituzioni fino ad arrivare a posizioni di potere di tutto rilievo. Prima le sostanze certamente tossiche sono state divise da quelle dagli effetti «incerti». Poi sono ripartite le sperimentazioni. Questa volta gli allucinogeni sono utilizzati come palliativi nella terapia del dolore, e si può capire. Nel XXI secolo, racconta Iannaccone, le ricerche si concentrano nuovamente sulle applicazioni terapeutiche delle esperienze psichedeliche. Quella più inquietante riguarda il loro uso per diminuire la «rigidità mentale», espressione molto generica nella quale rientrano disturbi dell'alimentazione, stati depressivi, schemi comportamentali dolorosi. Ma nella categoria rientrano anche gli atteggiamenti intransigenti in campo religioso o morale. Per andare dove? Sull'Isola di Huxley dove prospera una società modello nata da una rivoluzione psichedelica, opera di uno scienziato europeo ateo e di un santone buddista. Nell'Isola c'è il meglio dell'Occidente (la tecnologia) e il meglio dell'Oriente (la saggezza).
La famiglia è stata sostituita dal Circolo di adozione reciproca, eugenetica e controllo delle nascite sono altri strumenti fondamentali. L'ingresso in società avviene attraverso un rito di iniziazione che consiste nella somministrazione di un potente allucinogeno. E se vi ricorda alcune derive recenti, beh, forse non avete tutti i torti.
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