Nostro inviato a Pechino
Non capitava da più di ventanni di vedere un italiano nella finale dei 1500 metri (Materazzi 11° nel 1984). Il nostro mezzofondo è sottacqua da tempo. Stavolta Christian Obrist ha regalato un sospiro, entrando nella finale di domani con il quinto tempo. La cubana italianizzata Libania Grenot non è riuscita ad entrare nella finale dei 400 donne, ma ha ritoccato il suo record italiano (5083). Niente di speciale, ma qualcosa meglio del sottovuoto spinto cui ci sta spingendo la nostra atletica. Brutte notizie anche per Baldini che soffre ad una coscia, non sa se riuscirà a correre la maratona. Ieri il mezzofondo ha presentato i suoi re, perso Bernard Lagat, campione del mondo eliminato dai 1500 m., riecco il trenino etiope dei 10mila metri. Il vecchio Gebreselassie a tirar a volata agli altri. Kenenisa Bekele è sempre lincontrastato imperatore della distanza: ha lanciato lo sprint nellaltrettanto rituale guerra con i keniani e nessuno gli è stato dietro. Secondo titolo olimpico che si aggiunge ai tre mondiali consecutivi. Gebre sesto, con il sorriso sulle labbra. Ormai è specialista in maratone, ma qui ha temuto lo smog. Che non cè.
Un primato mondiale al giorno anche per latletica. Dopo Bolt, è toccato alla russa Galkina, padrona dei 3000 siepi con record (85851). Ha corso metà maratona da sola la romena Constantina Tomescu. Quasi un calvario per Paula Radcliffe giunta 23ª. Più intrigante la storia di Francoise Mbango Etone (m.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.