«Troppe polveri» 180 cittadini fanno ricorso

I promotori: «Il giudice li obblighi a intervenire». Il Pirellone: «Non sanno di cosa parlano...»

Accusano Comune e Regione di «non aver tutelato la salute dei cittadini». Per questo, ieri, hanno presentato un ricorso al tribunale civile e sperano che «il giudice obblighi sindaco e governatore a prendere provvedimenti per riportare lo smog nei limiti raccomandati dalle leggi nazionali ed europee».
A chiederlo sono 180 cittadini che hanno firmato il ricorso promosso da un gruppo di associazioni ambientaliste - da Verdi ambiente e società a Ciclobby - e curato dagli avvocati Veronica Dini e Francesco Piscopo. «La via penale non era percorribile, ora aspettiamo di vedere cosa deciderà il giudice», spiega quest’ultimo. «Può imporre alle due amministrazioni di fare quel che non hanno fatto finora - aggiunge la Dini -. E questo perché hanno mancato l’obiettivo di tenere le polveri sotto i limiti e quindi di proteggere la salute dei cittadini».
Nessuna causa del genere, finora, è andata in porto. Nel ricorso i legali citano studi sul rapporto tra inquinamento e malattie e suggeriscono quali misure imporre per risolvere il problema smog a Milano: blocco delle auto non catalizzate per undici mesi l’anno (agosto escluso), targhe alterne a oltranza finché lo smog non torna a livelli minimi, potenziamento dei mezzi pubblici e, guardando più in là, nuove piste ciclabili e modi di trasporto delle merci. I legali si lamentano anche per il mancato lavaggio delle strade, ma l’Amsa ha spiegato che a impedirlo ora è la temperatura sotto zero.
Sono le questioni «politiche» a interessare le associazioni. «Ci basterebbe che la riduzione dell’inquinamento diventasse il primo punto in agenda alle prossime elezioni» spiega Marco Menichetti di Verdi ambiente e società.


«Questi signori non sanno di cosa parlano - replica la Regione -. La Lombardia è stata riconosciuta dall’Ue come la regione più innovativa e che prende più iniziative sul fronte della lotta all’inquinamento». La parola passa al giudice, che dovrebbe pronunciarsi in pochi giorni.

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