Le università milanesi, in attesa che la scure del ministro Mariastella Gelmini si abbatta sui corsi inutili od obsoleti, hanno dato il via allo sfoltimento. In vista del prossimo anno accademico, solo nel capoluogo lombardo, sono stati tagliati ben 22 corsi. E se a questi aggiungiamo i titoli soppressi nellanno precedente la quota supera le 30 unità. I «nuovi» ordinamenti ministeriali, infatti (disegnati cinque anni fa, ma che saranno vincolanti dallanno 2010-2011), impongono ai corsi una serie di «requisiti» necessari per esistere: un numero minimo di docenti, trasparenza sugli obiettivi e sui risultati e, appunto, un numero minimo di matricole, da 10 a 50 a seconda della classe di laurea. Stop quindi ai titoli in eccesso che non incontrano linteresse degli studenti. Tagli, dunque, in Statale, al Politecnico e alla Bicocca.
Anche perché il numero dei corsi di laurea, dopo la riforma del 99, è salito fino a sfiorare quota 6mila. Unenormità, non sempre giustificata.Bocconi, Iulm, Carlo Cattaneo e San Raffaele, invece, si dicono «in regola con i nuovi ordinamenti».