Troppi furti, negozianti scrivono ai giudici

Ogni giorno in corso Buenos Aires commercianti aggrediti o derubati: «Pugno duro, siete magistrati non preti»

L’ultima «puntata» è di sabato scorso, la location è sempre quel chilometro e mezzo di vetrine tra Porta Venezia e piazzale Loreto. I commercianti della via riuniti nell’associazione «Buenos Aires Futura» la chiamano «la solita commedia», che «va avanti da anni», ma la trama non fa ridere. Primo tempo: furto. Secondo tempo: arresto, «grazie alla solerzia della polizia che fa il proprio mestiere come si deve». Terzo tempo: giudizio per direttissima. Quarto tempo: fuori i ladri, «che continuano a rubare». Tre giorni fa è toccato al titolare del negozio di biancheria intima e per la casa «Luti». Intorno alle 12 due giovani dell’Est sono entrati per mettere a segno un furto, ma una pattuglia di agenti li ha bloccati e arrestati. In «tasca» avevano merce appena rubata alla «Nike» e da «Prenatal». I due malviventi erano già finiti in carcere la settimana prima, ma evidentemente non ci sono rimasti molto. Un mese fa, riferisce il presidente dell’associazione Paolo Uguccioni, «un rapinatore ha picchiato selvaggiamente una negoziante per due collanine di poco conto, e ora la donna è terrorizzata all’idea che possa ripetersi».

I commercianti dicono basta, e chiedono ai magistrati di usare il pugno duro: «Siamo stanchi di subire decine di furti al giorno perché qualche giudice si comporta con la stessa indulgenza che userebbe un prete. Datevi una mossa, la nostra pazienza è finita».

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