La vendita Sea resta a terra. La gara riaperta lo scorso 8 marzo per il 33% delle quote del Comune è andata deserta, nessuna delle quattro società ammesse a partecipare ha deciso di presentare un’offerta. «L’operazione si è conclusa nel peggiore dei modi, con un danno alla città e ai milanesi che dovranno attendere chissà quanto tempo per infrastrutture strategiche - commenta il sindaco Albertini, che punta il dito contro «tutte le opposizioni politiche, che hanno fomentato polemiche e presentato ricorsi», il mondo finanziario che «non è stato molto solidale» ma anche «tutta un’area della maggioranza».
Riferimento ad An (ieri la coordinatrice regionale Cristiana Muscardini sosteneva che «è ora che la politica si attrezzi a parlare non solo di privatizzazioni ma di valorizzazioni») e Lega (il capogruppo milanese Salvini ha ammesso che col fallimento dell’asta «il patrimonio Sea resterà alla città e ai lombardi»). L’assessore ai Trasporti Giorgio Goggi spiega che «ora il Comune ritirerà la propria quota di maxidividendo, circa 170 milioni di euro, e la useremo come acconto per la realizzazione della linea 4».Troppi rischi, nessuno vuole la Sea
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