Troppo caro il dono di Pericu Bush è costretto a rifiutarlo

Ferruccio Repetti

«Sorry» ha esclamato George Double-U, appena s’è messo a scartare il pacco che veniva direttamente da via Garibaldi 9, Ufficio del sindaco di «Genoa, Italy». Neanche il tempo di dare un’occhiata al biglietto d’accompagnamento, con tanti greetings firmati Pericu prof. Giuseppe: «Sorry» ha ripetuto ancora una volta, solo un po’ più scocciato, Bush, nello studio ovale della Casa Bianca, dove - almeno, così giurano i testimoni - stava passando ad uno ad uno i regali che gli avevano fatto negli anni vari capi di Stato e di governo, ministri e petrolieri, persino semplici cittadini, tutti stranieri. Operazione tutt’altro che banale, anzi molto delicata, quella del controllo del contenuto, e non solo per ovvie ragioni di sicurezza, visto che la severissima legge americana stabilisce che i doni di valore superiore ai 20 dollari (grosso modo, 15 euro) fatti agli «impiegati federali» - si può riderci su, ma nell’elenco è compreso anche Mister President - non possono essere accettati dal destinatario e vanno a finire in una specie di maxicalderone, a disposizione della comunità nazionale. Mica come qui da noi: negli Stati Uniti d’America la legge viene puntualmente rispettata e applicata, sanzioni comprese. Chi sgarra paga e il presidente-omaggiato rischia addirittura l’impeachement. Ecco perché ci vuole particolare attenzione, soprattutto nel valutare i beni che, in quanto regali, di solito non riportano il cartellino del prezzo. Non lo riportava, il cartellino, neanche il gift proveniente dalla città della Lanterna: un lussuoso volume dal titolo «I palazzi di Genova“, riccamente illustrato con le riproduzioni dei dipinti di Pietro Paolo Rubens e regolarmente protocollato dal governo americano in data 30 gennaio 2004.
Alla faccia della presunta taccagneria dei genovesi: il volume indirizzato a Bush aveva rilegatura rigida, di cuoio marrone, misura 12 pollici per 16 e mezzo, come dire: 30 centimetri per 40, una strenna! Per questo è stato esaminato, verificato, catalogato, e lo stesso Double-U pare che se lo sia girato e rigirato nelle mani, coccolandolo come fa di solito con le videocassette dei film di Michael Moore. Poi, però, è arrivato il verdetto finale, senza appello, dei periti: «Questo libro vale almeno 325 dollari. Mettiamo a verbale, destinazione Archives Foreign». Infatti - è sempre la legge che parla - poiché non sarebbe carino rimandarlo indietro, si usa la formula che più o meno recita così: «Il mancato accoglimento potrebbe causare forte imbarazzo al donatore e al governo degli Stati Uniti». Ma comunque sia, lui, Mister President, non se lo può tenere in casa, neanche se è la Casa Bianca. Ecco perché, pur gradendo, Bush ha bofonchiato due volte «sorry». Magari il sindaco Pericu poteva immaginarselo prima di fare un regalo così sontuoso: a parte l’esperienza, la legge degli Stati Uniti è reperibile anche su internet, i 20 dollari sono limite invalicabile. Resta il mistero sulle ragioni dell’invio di un pacco così lussuoso da un sindaco di sinistra-doc a un presidente cui finora la sinistra ha inviato solo pacchi di insulti.

Tanto più nel gennaio 2004, quando Bush era in campagna elettorale e i «liberal» nostrani tifavano per l’emergente rivale Kerry. A meno di non credere che il libro sui palazzi di Genova valesse come invito a mollare tutto e venire da turista nella «beautyful Genoa, near Portofino».

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