Troppo severa... Peruviano, 10 anni

MilanoA dieci anni, solo in mezzo alla strada, sotto l’acqua con addosso un pigiama, scosso da singhiozzi. Questa la scena, degna di un racconto di Charles Dickens, apparsa agli occhi di una maestra elementare che ha raccolto il piccolo e chiamato la polizia. Rintracciata, la madre ha ammesso senza difficoltà: «L’ho buttato io fuori di casa perché va male a scuola», dimostrandosi già in linea con i metodi spartani della «madre tigre» americana e la «maggiore disciplina a scuola» invocata da premier inglese Cameron.
Giovedì sera, ore 19.30, Milano è battuta da un violento acquazzone. Una maestra sta rientrando a casa quando scorge rintanato in un androne di via Amoretti, quartiere Quarto Oggiaro, un ragazzino in lacrime, bagnato come un pulcino con addosso solo il pigiama. La signora si ferma immediatamente e lo riconosce come l’allievo della collega Adele, 45 anni, che difatti abita proprio in quel portone. La chiama, la fa scendere e insieme decidono di chiamare il 113. Gli agenti prendono in consegna il bimbo e vanno a cercare la madre, che abita poco distante.
La donna, una peruviana regolare di 35 anni, sposata con un connazionale e madre di un altro bambino di due anni, appare piuttosto seccata, tanto che il suo atteggiamento viene descritto poi nella relazione di servizio come «infastidito e spocchioso». La donna racconta che quel giorno era in programma l’incontro genitori/insegnanti ma lei non aveva tempo di partecipare per cui era andata ad aspettare la maestra del figlio davanti a scuola. La signora Adele ha spiegato come il figlio avesse qualche problema, fosse anche un po’ chiuso però, alla fine, capace di cavarsela senza infamia nè gloria. Quanto basta per far esplodere la rabbia della sudamericana che, rientrata, dopo una ramanzina con i fiocchi sbatteva fuori di casa il ragazzino: «Così impari a crescere». Dimostrandosi di condividere i metodi educativi di Amy Chua, la sino-americana che cresce le due figlie in maniera spietata arrivando anche lei a tenerle fuori casa in fredde giornate d’inverno se non studiano con profitto. Anticipando le sollecitazioni di Cameron agli insegnanti affinché siano più severi con gli allievi.
Stupiti di tanta rigidità, i poliziotti chiedono del marito e la donna, sempre più irritata, si limita a fornire un numero di cellulare, che suona sempre a vuoto. Gli agenti allora chiedono informazioni al bimbo. «Papà non vive più con noi, è andato dalla zia». Qui gli agenti trovano la sorella dell’uomo, che conferma come il fratello, forse anche lui cacciato dalla inflessibile peruviana, dorma da lei, ma che al momento non si trovi a casa. I poliziotti le chiedono se sia disposta a tenere il bimbo, ricevendo risposta positiva, quindi contattano il giudice dei Minori che dispone l’affidamento del povero ragazzino alla zia.

Mentre la peruviana viene denunciata per abbandono di minori, in attesa di altri e più severi provvedimenti. Non è escluso infatti che il magistrato, visti i suoi discutibili metodi educativi, non allontani da lei anche dell’altro figlio.

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