Cronaca locale

Trovato il Canaletto che girava l’Europa con documenti falsi

Trovato il Canaletto che girava l’Europa con documenti falsi

Da tredici anni l’opera si spostava da un Paese all’altro d’Europa «senza avere i documenti in regola». I finanzieri l’hanno trovata in un negozio d’arte della città, in bella vista. E tre persone sono finite nei guai con accuse che vanno dal falso materiale all’illecita esportazione di opere d’arte.
Si parla di una preziosa tela del Canaletto, il «Canal Grande visto da Palazzo Balbi», sequestrata ieri dai finanzieri del Nucleo regionale dal gruppo Tutela patrimonio archeologico della polizia tributaria del Lazio. La tela, secondo le stime, avrebbe un valore di oltre otto milioni di euro.
I finanzieri - da tempo sulle tracce di una organizzazione che commerciava illecitamente opere d'arte in Italia e all'estero - hanno accertato che il quadro era stato «oggetto di transazioni commerciali» fittizie, avvalendosi di documentazione falsa che doveva certificare la provenienza estera del dipinto per eludere le procedure di controllo da parte della Soprintendenza ai beni artistici e storici, per poter esportare in qualsiasi momento l'opera d'arte. Nella vicenda sarebbe coinvolta anche una società panamense con sede a Lugano.
Le Fiamme Gialle nel ricostruire il viaggio dell'opera hanno scoperto che il dipinto, un olio su tela (85x139 le dimensioni), ascrivibile al secondo quarto del XVIII secolo, era stato battuto da una casa d'aste londinese nel 1992 ed era stata aggiudicata ad un collezionista italiano che lo aveva importato in Italia senza però dichiararne la presenza alla soprintendenza.
Nella vicenda compaiono poi un milanese ed un ex antiquario di casale Monferrato, residente a Londra, che avrebbero attestato la provenienza estera dell'olio su tela per ottenere l'autorizzazione alla temporanea esportazione eludendo le procedure previste dalla legge che richiedono l'accertamento da parte della competente soprintendenza dei beni artisti e storici che vigila sulla corretta circolazione delle opere. Negli anni faccendieri, portaborse e storici dell'arte, hanno spiegato gli investigatori, ne hanno attestato l'autenticità, spesso senza sapere che si trattava di un dipinto ottenuto illegalmente.
Secondo quanto appurato, inoltre, nel 2001 il «Canal Grande visto da Palazzo Balbi», è stato esposto ad una mostra sul «Pittor da vedute» a Madrid e in seguito rientrato in Italia con un attestato falso di temporanea esportazione.

Il quadro, che in passato era appartenuto alla collezione di Sir George Leon, è stato sequestrato dalla Procura della Repubblica di Roma.

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