Truffa ai bimbi di Haiti, spariti 9 milioni

Truffa ai bimbi di Haiti, spariti 9 milioni

Lo chiamavano il «Madoff delle onlus» per i suoi legami con le organizzazioni del terzo settore dell’universo cattolico. E da bravo discepolo, Bernardino «Dino» Pasta ha seguito la strada del maestro, finendo in manette, accusato di aver truffato 9 milioni a due ong, proponendo l’acquisto di obbligazioni Barclays, in realtà mai esistite. Ma siccome piove sul bagnato, sempre ieri Pasta è stato rinviato a giudizio per un’altra truffa e la società con cui agiva dichiarata fallita.
La vicenda ha come prologo il terremoto che il 12 gennaio 2010 sconvolse Haiti, con 220mila morti e un milione e mezzo i senza tetto. La onlus Agire, che comprende 12 altre organizzazione del terzo settore, apre una sottoscrizione a cui partecipano nove sue associate: Save the Children, ActionAid, Cesvi, InterSos, Gvc, Terres des Hommes, Coopi, Cisp. Ma soprattutto Vis, Volontariato internazionale per lo sviluppo, ong della galassia Don Bosco. Il sistema per effettuare le donazioni è facilissimo: basta un sms per donare da 2 a 3 euro. In breve vengono raccolti 14,7 milioni di euro, cui vanno aggiunti 6,5 milioni ricevuti direttamente dai sostenitori. Oltre la metà, 11 milioni e mezzo, viene investita già nel corso del 2010 in interventi nel settore educativo, agricolo e sanitario. Parte delle somme raccolte invece viene destinata a progetti a più largo respiro e, in attesa che questi vengano realizzati, rimangono in cassa 9 milioni.
E qui entra in scena Dino Pasta, fondatore nel 2001 della ReteManager, società assicurativa specializzata nel «private insurance», poi fatta confluire nel 2006 in Blue Life Group Ltd, holding con sede a Londra, con sede in città invia Beccaria 5. Dal 23 agosto 2008 infine viene autorizzata dagli organi di vigilanza a operare in Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Olanda, Portogallo, Spagna e Regno Unito. In questo periodo Pasta acquisisce fama di interlocutore solido e affidabile, apre sedi a Roma e Bari ed entra nella galassia della organizzazione del terzo settore, soprattutto di matrice cattolica. Nonostante sia proprio ReteManager a fornire carte di credito prepagate del circuito Visa a un personaggio non proprio limpidissimo come Lele Mora, che a Capodanno le regala poi agli amici.
Peccato che la nota banca britannica mai abbia emesso quei titoli e così quando nei mesi scorsi le onlus tentano di rientrare in possesso dei loro fondi, i crediti vengono disconosciuti. I dirigenti di Agire e Vis si rivolgono alla magistratura che affida le indagini al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza. E così ieri Dino Pasta, finisce, mentre altri cinque suoi collaboratori vengono denunciati a piede libero. Gli uffici di Milano, Roma, Napoli e Bari, vengono rovesciati come calzini a caccia dei nove milioni scomparsi, che già ora paiono difficili da recuperare. Per il momento le Fiamme gialle hanno messo sotto sequestro un immobile e un box auto da 600mila euro, acquistati con i proventi della presunta truffa e intestati ad una società offshore.
Pasta però nel 20101 era stato denunciato a che da una società di assicurazioni irlandese per cui stipulava contratti.

Secondo l’accusa però a persone inesistenti, o ignare: Retemaneger versava la prima rata, incassa la provvigione e poi nessuno pagava più. Per questa accusa ieri l’uomo è stato rinviato a giudizio e la sua società dichiarata fallita.

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