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Tuck & Patti, i funamboli del suono universale

Tuck & Patti: basta la parola. Gli appassionati di suoni acustici e trasversali conoscono a memoria i virtuosismi di questo duo (marito e moglie) lui bianco, lei nera che è il simbolo della nuova musica di San Francisco. Puntualissimi ogni anno approdano in Italia per un giro di concerti e si fermano alcuni giorni al club Blue Note (due concerti per sera), dove sono ancora di scena stasera e domani.
Suonano insieme da una vita (l’album di esordio è del 1988) unendo con freschezza e sofisticati colori l’incredibile chitarra di lui e l’imprendibile voce di lei. «Suoniamo insieme da più di trent’anni ma ogni giorno per noi è come fosse la prima volta - dicono in coro -; il fatto è che ci sorprendiamo sempre l’un l’altro, sia nella vita che nella musica, per questo siamo sempre in giro in concerto e i fan ci seguono fedelmente». Per mantener fede alle loro parole, Tuck & Patti pubblicano in questi giorni il nuovo album I Remember You, che riprende alcuni grandi classici del jazz e della ballad con particolare attenzione agli epici duetti di Ella Fitzgerald con Joe Pass. «È un omaggio alla tradizione; non cerchiamo confronti, vogliamo solo essere noi stessi e rendere omaggio ai grandi del passato».
Nel loro repertorio infatti si sposano brani originali composti da Tuck e molti standard, sempre rivissuti e riproposti con estrema originalità. «Bisogna saper creare belle melodie oppure reinterpretare i grandi classici ma mettendoci dentro ogni volta qualcosa di nuovo, di brillante, di personale». La coppia ha tutte le caratteristiche per dare un nuovo taglio a qualsiasi brano; Tuck quando suona intreccia melodia, armonia, ritmo. Gioca con gli accordi, incrocia le «single notes» con il gioco dei bassi e si trasforma da solo in un’intera sezione ritmica. «Non serve tanto studiare quanto sentire il suono. Tecnica e sentimento creano un’atmosfera irripetibile», dice Tuck. Patti ha una voce da contralto che vola e comunica vibrazioni sia abbandonandosi nei territori del jazz e del blues sia allenandosi con i toni leggeri del pop. «Lui è cresciuto con il rock, il jazz e la musica popolare, io con il blues, lo’r’nb e il gospel delle chiese nere. Così il nostro bagaglio culturale e artistico è completo.

Da quando sono entrata in studio per un’audizione e ho incontrato Tuck, è stato un colpo di fulmine in tutti i sensi».
Ma ci sarà un artista con cui combinereste un tradimento musicale? «Beh, forse per un concerto con Jimi Hendrix potremmo anche pensarci».

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