Tunisi - Non si placa la tensione in Tunisia. Una marcia di protesta nella capitale ha raggiunto il quartier generale del Raggruppamento Costituzionale Democratico (Rcd), il partito del deposto presidente Ben Ali. Per cercare di tenere a bada la folla, circa un migliaio di persone, alcune delle quali tentavano di scalare il muro di cinta, sono stati sparati colpi d’arma da fuoco d’avvertimento. I manifestanti chiedono la dissoluzione del partito per 23 anni al potere in Tunisia. Altre manifestazioni contro il governo di unità nazionale tunisino del premier Mohammed Ghannouchi si sono svolte nel centro di Tunisi e in altre località del paese.
I ministri lasciano il partito di Ben Ali Tutti i ministri del governo di transizione appartenenti all'Rcd hanno lasciato il partito di Ben Ali. Lo riporta la stampa locale, citata dalla Bbc. Si tratta di una decisione che va incontro alle forti critiche innescate dalla conferma di esponenti del vecchio regime nel governo di unità nazionale, e soprattutto per la scelta di affidare loro gli incarichi chiave. Nei giorni scorsi cinque ministri avevano rassegnato le dimissioni in polemica con la scelta del premier Mohamed Ghannouchi. L’esecutivo, composto al suo interno anche da esponenti dell’opposizione, è chiamato a traghettare il Paese verso nuove elezioni.
L'ex premier vuole tornare Mentre il nuovo governo di unità nazionale fatica a partire, si è appreso che l’ex-presidente vorrebbe tornare in patria. Ma il premier Mohammad Ghannouchi, in una drammatica telefonata, gli ha detto chiaro che un suo ritorno è ormai impossibile e che deve quindi restare in "esilio" in Arabia Saudita dove è riparato la settimana scorsa. Lo scontro telefonico fra il primo ministro e Zine el Abidine Ben Ali è stato rivelato da un ministro dopo una giornata di mediazioni fallite per far rientrare i quattro ministri dimissionari ma anche di segnali forti lanciati per marcare una cesura col passato regime. Il presidente ad interim Foued Mebazaa si è impegnato, in un solenne discorso in tv, a compiere una "rottura totale con il passato" e ha annunciato l’arresto degli "uomini dietro le violenze dei giorni scorsi".
Liberati 1800 detenuti politici Sono stati rimessi in libertà 1.800 detenuti politici. Lo riferisce la televisione pan-araba al-Arabiya. Mercoledì sera il governo aveva annunciato di aver liberato tutti i prigionieri politici, tra cui i rappresentanti del movimento islamista Ennahda.
Scarcerato anche un giornalista dissidente condannato a quattro anni di prigione per aver lavorato senza autorizzazione e aver diffuso informazioni con "intenti criminali". Fahem Boukadous, 40 anni, era stato processato l’anno scorso dopo aver raccontato per una tv satellitare le proteste sociali nella regione mineraria di Gafsa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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