Dentro il tunnel della mano

La tecnica endoscopica messa a punto da Alberto Morelli assicura il pieno ritorno alla funzionalità dopo due o tre ore

Anche le mani invecchiano; ma guardandole non immaginiamo neppure che possono perdere la loro funzione. Invece, nella cosiddetta terza età (addirittura prima) cominciamo ad avvertire, specialmente di notte, un fastidioso formicolio, che diventa sempre più intenso e, nell’ultimo stadio, impedisce ogni tipo di «presa».
Non è artrosi, non è artrite. È la sindrome del tunnel carpale, che blocca le otto piccole ossa di una regione anatomica chiamata carpo e limita le normali funzioni della mano. Questa sindrome, in novanta casi su cento, colpisce le donne che hanno più di cinquant’anni (sembra certo un legame col deficit ormonale che viene provocato dalla menopausa) ma può manifestarsi anche in altre età. La diagnosi non è difficile: quando si perde la sensibilità della mano, non esistono altre spiegazioni. Il dottor Alberto Morelli, uno degli specialisti più famosi in questa disciplina, ha inventato una tecnica chirurgica endoscopica che taglia (attraverso un’incisione piccolissima, di un centimetro) il legamento che chiude il tunnel carpale e restituisce alla mano la sua completa funzionalità. «Non esistono tempi di immobilizzazione» spiega «il movimento riprende dopo poche ore e al terzo giorno si torna a guidare l’automobile».
Morelli, 52 anni, è il figlio di colui che istituì a Legnano (nel 1964) la prima Divisione di chirurgia della mano, nella convinzione che questa regione anatomica non avesse niente in comune con la chirurgia ortopedica tradizionale.
L’intuizione di Ezio Morelli (padre) era giusta. In quasi tutti i grandi ospedali, infatti, sono stati istituiti reparti specialistici di chirurgia della mano. Il figlio Alberto ha creato a Milano quello dell’Istituto clinico Sant’Ambrogio (Gruppo San Donato), dove opera molto spesso, pur spostandosi in altre città (Roma, Perugia, Novara) che richiedono la sua presenza. In molte Università italiane, inoltre, esistono corsi di specializzazione in chirurgia della mano. Fino ad oggi, Alberto Morelli ha eseguito, con la tecnica endoscopica che porta il suo nome, undicimila interventi (la media annuale è di ottocento-novecento) su pazienti di tutte le età. Ecco i record: una signora di 94 anni e una ragazza di dodici. («Devo essere sincero: mi ha stupito di più la ragazza, perché quella è una età in cui i tunnel non si chiudono»).Il dottor Morelli suggerisce: «Quando sentite un insistente formicolio che arriva a disturbare il vostro sonno, non aspettate che la situazione peggiori. Al contrario, andate subito in una divisione di chirurgia della mano per un controllo.

I pochissimi insuccessi della mia e delle altrui casistiche, sono legati al ritardo con cui la patologia è stata diagnosticata. In quelle pazienti, il chirurgo ha trovato uno stato di forte degrado della regione carpale, con serie difficoltà di «liberare» il tunnel e di impedire la perdita di funzionalità».

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