Garibaldi Repubblica? Avanti tutta. Il cantiere non subirà alcuno stop, nonostante il Tar abbia dato ragione al comitato «I mille» promotore del ricorso contro Comune, Regione e la società Caprera spa per la variante al progetto Porta Nuova, approvata illegittimamente il 12 febbraio 2005 dal comitato di vigilanza sull’attuazione del progetto. Secondo i giudici del Tribunale amministrativo, infatti, sarebbe spettato a Comune e consiglio comunale dare il via libera ai cambiamenti urbanistici. Manfredi Catella, presidente e amministratore delegato di Hines Italia, non si fa spaventare, anzi: «Ho già depositato il ricorso al Consiglio di Stato».
«La decisione del Tar non ferma i lavori per tutte quelle parti non toccate dalla sentenza - rincara la dose il sindaco, che ieri ha tagliato il nastro del tunnel de “I giardini di Porta nuova” - ma per le altre noi presenteremo appello al Consiglio di Stato». «In un momento economicamente così complesso - commenta l’assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli - e davanti a opere così importanti per lo sviluppo della città e per l’occupazione ci vorrebbe un maggiore senso di responsabilità da parte di chi è solito ricorrere alla magistratura contro i progetti che non condivide».
Difficile per la Milano che sta cambiando radicalmente il suo volto in vista del 2015 vedere un futuro sereno. Costruttori, progettisti, ditte e imprenditori edili, infatti, lottano contro il tempo per portare a termine i lavori in un estenuante slalom tra ricorsi promossi dai comitati cittadini, che si oppongono al nuovo che avanza. Ecco allora che Salvatore Ligresti, presidente della Fondiaria Sai, intervenuto ieri all’inaugurazione del tunnel che da oggi collegherà viale Liberazione con via Sturzo e la stazione Garibaldi, tira fuori la soluzione dal cilindro: commissioni di vigilanza che rendono più facile la vita ai cantieri. «Preoccupato che si riescano a ultimare i lavori per il 2015? Io sono sempre ottimista anche se quello che succede è sotto gli occhi di tutti: difficoltà di approvazioni, di leggi, di magistrati. Io propongo una commissione di garanzia fatta da magistrati, che all’inizio possano garantire le autorizzazioni in modo che si possa poi lavorare in pace. E poi serve una commissione di garanzia per le imprese in modo da lavorare in pace noi e loro». Plaude alla proposta Letizia Moratti: «Se si trova una modalità che possa facilitare gli esiti delle gare ed evitare i ricorsi io non posso che essere pienamente d’accordo. Tutto quello che frena le opere frena lo sviluppo ed è dunque giusto trovare uno strumento preliminare che nel pieno rispetto di tutte delle garanzie proprie delle gare pubbliche faciliti gli esiti delle gare».
In allerta Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Comune: «La proposta di Ligresti rischia di portare ad una spirale molto pericolosa, fatta dalla limitazione dei controlli, del ruolo delle Direzioni del Comune preposte alla verifica degli appalti, dalla totale delega alle imprese in relazione all’impatto ambientale. Rischia di essere un regalo per le organizzazioni mafiose che desiderano infiltrarsi nel tessuto economico milanese, rispetto alle quali i controlli vanno intensificati e non diminuiti».
«Prima di pensare alla costituzione di commissione con poteri eccezionali sostitutivi, credo che sia necessaria una legge speciale per l’Expo, che riaffermi ruoli e poteri delle istituzioni coinvolte nel processo» il pensiero di Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil Ance.
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