da Milano
La Turchia tenta di sedurre gli investitori internazionali. Partner degli investitori italiani è lAgenzia per il supporto e la promozione degli investimenti in Turchia (Ispat) che ieri, nel corso di un meeting a Milano, ha spiegato «dinamiche e condizioni di investimento esistenti in Turchia e le politiche del governo introdotte per richiamare nel Paese gli investimenti stranieri. La Turchia - si legge in un documento dellIspat - sta diventando uno dei Paesi più interessanti al mondo per gli investitori internazionali. Tra gennaio 2006 e novembre 2007, gli investimenti diretti dallestero hanno sfiorato i 28 miliardi di euro, mentre nel corso degli ultimi cinque anni, il Pil turco è cresciuto a un tasso annuo del 7,4%». LAgenzia «offre gratuitamente servizi centralizzati per aziende internazionali che vogliono investire in Turchia». Nel corso del suo intervento, Alpaslan Korkmaz, presidente dellIspat, ha detto tra laltro che, in sostanza, si tratta di «uno sportello unico per le aziende internazionali che vogliono venire in Turchia. Noi garantiamo un supporto completo con un servizio a 360 gradi e un approccio orientato al risultato».
Korkmaz ha quindi illustrato i punti chiave dellagenda delle riforme strutturali previste nel Paese, incluse le misure per incoraggiare gli investimenti del settore privato. Ha insistito sullapertura di mercati-chiave alla concorrenza, sulla regolamentazione attraverso agenzie indipendenti e su un piano accelerato di privatizzazioni. Sono stati inoltre annunciati piani riguardanti nuove leggi a supporto della ricerca e sviluppo e dellinnovazione nel Paese.
Recentemente, la Turchia è anche diventata una destinazione «obbligata» di numerose grandi aziende italiane, come Barilla, Benetton, Cementir, Enel, Fiat, Indesit, Perfetti, Pirelli e Unicredit, oltre ad alcune multinazionali, portando al 10% il progresso delle quotazioni nel mese di gennaio. Secondo lIspat il settore finanziario è quello che piace di più agli investitori stranieri.\
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