Del Turco, Angelini conferma: "Ho pagato"

Seconda giornata dell’incidente probatorio. L'ex governatore a Repubblica: "Abbiamo tagliato la spesa sanitaria chiudendo 50 anni senza regole. A qualcuno non è piaciuto". Angelini conferma le accuse: "Ottima cosa se dovesse confessare"

Del Turco, Angelini conferma: "Ho pagato"

Pescara - Il gip del Tribunale di Pescara, Maria Michela Di Fine, ha rigettato tutte le eccezioni sollevate ieri dal collegio della difesa ed ha dato inizio all’incidente probatorio con l’audizione di Vincenzo Angelini. È stata stralciata solo la posizione di un indagato "secondario", Pietro Anello, per difetto di notifica.

Iniziato incidente probatorio Il pool degli avvocati aveva chiesto la ricusazione del gip inoltrando istanza alla Corte d’Appello dell’Aquila che deve ancora pronunciarsi. Gli stessi legali avevano adombrato anche una ipotesi di incostituzionalità e di mancato rispetto dei diritti della difesa in quanto non avrebbero avuto il tempo necessario per studiare le carte processuali che vanno dal 14 luglio, giorno degli arresti, in poi. Altra eccezione riguardava l’incompatibilità territoriale. Il processo, stando ad alcuni difensori, si doveva celebrare a Chieti dove c’è il quartier generale, e relativa clinica privata, di Enzo Angelini.

I principali indagati Oltre a Del Turco, i principali indagati interessati all’incidente probatorio - che serve alla Procura per "cristallizzare" le accuse di Angelini - sono gli ex assessori Antonio Boschetti e Bernardo Mazzocca, il suo ex segretario Angelo Bucciarelli, l’ex capogruppo del Pd in Regione Camillo Cesarone, l’ex presidente della Finanziaria regionale (Fira) Giancarlo Masciarelli, l’ex manager della Asl di Chieti, Luigi Conga, l’ex rappresentante della Humangest, Gianluca Zelli, l’ex segretario della presidenza della Giunta regionale, Lamberto Quarta, l’ex assessore alla sanità della Giunta di centrodestra, Vito Domenici e Francesco Di Stanislao, ex direttore dell’agenzia regionale della sanità. Si tratta di indagati ai quali era stata notificata - lo scorso 14 luglio - una ordinanza di custodia cautelare tra il carcere, i domiciliari e l’obbligo di dimora. In tutto gli indagati sono 35. In sede di incidente probatorio Vincenzo Angelini dovrà ripetere le accuse confidate agli inquirenti nel corso di sette interrogatori e cioè di aver dato tangenti agli indagati per circa 14 milioni di euro in cambio di favori personali per la sua attività di imprenditore della sanità privata. A coordinare le indagini sono stati il procuratore capo Nicola Trifuoggi e i sostituti Bellelli e Di Florio. Gli accertamenti, invece, sono stati svolti dalla Guardia di finanza.

L'affondo dell'ex governatore Errore politico. Così Del Turco definisce in un’intervista rilasciata a Repubblica la vicenda che lo ha visto accusato della Procura di Pescara di aver intascato insieme alla sua giunta tangenti per 6 milioni di euro. "Il mio è stato un errore politico: ho sottovalutato la centralità del grumo di interessi che avevo deciso di aggredire". Del Turco è stato arrestato il 14 luglio su mandato della Procura di Pescara nell’ambito di un’inchiesta sulla sanità ed è rimasto nel carcere di Sulmona per 28 giorni. L’impianto accusatorio si regge tutto sulle accuse di Vincenzo Angelini, imprenditore della sanità privata. Esiste una "spiegazione alternativa della storia raccontata da Vincenzo Angelini", dice Del Turco. "Quando sono diventato presidente, l’Abruzzo era una regione canaglia per la qualità e l’importo della sua spesa sanitaria. Abbiamo ridotto di un terzo la spesa - sottolinea Del Turco - e i posti letto in convenzione con le cliniche private. A qualcuno non è piaciuto". "Angelini è la risposta dei poteri forti, che a Pescara sono sempre esistiti. Non userei la parola vendetta, - dice Del Turco - la giunta era un pericolo per chi ha vissuto per decenni dei profitti legati a una voce decisiva della spesa pubblica come quella sanitaria". Secondo Del Turco, l’imprenditore che ha iniziato ad "accusarmi, tra contraddizioni e inesattezze, era un uomo finito. Tecnicamente fallito, come ebbe a dirmi l’ingegnere Carlo De Benedetti quando ritenni di sollecitarne gli investimenti in Abruzzo". Tanti i ricordi che Del Turco conserva dei 28 giorni di carcere nel penitenziario di Sulmona. Uno è "l’incrocio di sguardi con due detenuti di mafia e il loro sorriso beffardo. Io, ex presidente della commissione antimafia, e loro, 416 bis, in ceppi come me. Lì ho capito - dice l’ex presidente della Regione Abruzzo - cosa è la ruota della vita e che ero in grado di difendere la mia dignità". Un altro è "l’astinenza da fumo di alcuni detenuti: ho fatto comperare dagli agenti di custodia alcuni pacchetti di sigarette, per fargliene dare due al giorno senza dire che ero stato io".

La replica del pg Scuro in volto, il procuratore capo di Pescara, Nicola Trifuoggi, ha fatto il suo ingresso in aula "assediato" da fotografi e giornalisti. Quando gli viene chiesto se è vero che sulla Procura sarebbero intervenuti i poteri forti della sanità - come detto da Del Turco in un’intervista - il pm risponde secco: "Chi lo ha detto si assumerà la responsabilità". Poi è entrato nell’aula per la seconda giornata dell’incidente probatorio.

Angelini conferma le accuse "Allo stato sta confermando tutte le accuse". Angelini non ha fatto dunque marcia indietro e nel corso dell’incidente probatorio sta ribadendo quanto già detto ai magistrati nel corso di precedenti sette interrogatori, di aver cioè versato tangenti a politici di destra e sinistra. A confermarlo è l’avvocato Cirulli, difensore dell’ex governatore Giovanni Pace, indagato nell’ambito della stesa inchiesta. Angelini, dopo aver risposto alle domande dei giudici, sarà controinterrogato dai legali del pool della difesa. Di certo, tuttavia, l’udienza per incidente probatorio non si esaurirà nella giornata odierna.

 In particolare Angelini ha confermato, sino ad ora, che l’ex manager della Asl di Chieti, Luigi Conga, gli chiedeva 100 mila euro al mese e che Giancarlo Masciarelli, ex presidente della finanziaria regionale, l’inventore delle "cartolarizzazioni", era il dominus della sanità abruzzese.

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