Migliaia di passeggeri Alitalia sono rimasti vittime ieri della cancellazione di voli provocata dalle assemblee del personale addetto all’handling e alla manutenzione degli aerei. Secondo una stima non ufficiale, dalle 9 alle 19, tra arrivi e partenze, nello scalo romano sono stati cancellati 74 voli della compagnia. Tra i passeggeri rimasti a terra per l’improvvisa soppressione dei voli, alcuni, diretti verso località italiane, hanno optato per mezzi di trasporto alternativi, come treni e auto a noleggio. In serata il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, ha ordinato ai partecipanti all’assemblea spontanea a Fiumicino di riprendere, con decorrenza immediata, le prestazioni lavorative. Secondo il ministro l’assemblea di Fiumicino, per le sue modalità, si configura come uno sciopero in violazione della legge dello Statuto dei lavoratori e del contratto collettivo di lavoro.
Dell’agitazione sono stati promotori gli addetti alla manutenzione degli aerei Alitalia, le cosiddette «tute verdi», e quelle dei lavoratori di AZ Airport del settore handling, la società che cura i servizi di rampa e carico e scarico bagagli per l’Alitalia. Le sigle, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl. Parallelamente, alla Magliana, si è svolto un incontro tra le rappresentanze sindacali e Cai. «Siamo fortemente preoccupati per la sorte di 500 nostri colleghi di lavoro - hanno detto alcuni sindacalisti -. A fronte di circa 1.730 assunzioni in AZ Airport, al momento ci risulta che ne siano stati presi 1.200. Non sappiamo che fine faranno gli altri 500 che, intanto, sono finiti in cassa integrazione».
Prima dell’ordinanza di Matteoli, anche il presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi, Antonio Martone, aveva segnalato al presidente del Consiglio, al ministro e al Prefetto di Roma che «il protrarsi dell’astensione collettiva dal lavoro potrebbe recare un grave pregiudizio al diritto alla mobilità costituzionalmente tutelato».
Dal fronte societario va segnalato che è stata convocata per lunedì 29 dicembre a Milano l’assemblea degli azionisti di Cai per il cambio della ragione sociale in Alitalia, un passaggio che da tempo era dato per scontato: almeno da quando si era capito che la «discontinuità» richiesta dalla Commissione europea non avrebbe impedito alla società di mantenere il proprio marchio tradizionale.
Ieri il Commissario Ue ai Trasporti, Antonio Tajani, ha osservato che «con l’operazione Alitalia si è conclusa la stagione delle compagnie a maggioranza pubblica e si è avviata quella delle compagnie private. È una svolta positiva che Cai abbia l’intero capitale privato».
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