Tutta colpa del cognome senza nome: quell’Urso non è Adolfo, ma Giacinto

di Ferruccio Repetti

«Perbacco! Viene l’onorevole Urso, a sostenere la candidatura a sindaco di Vinai». E ancora: «Arriva l’onorevole Urso, e Vinai incassa l’appoggio di un autentico pezzo da novanta». La voce si diffonde negli ambienti politici genovesi con la velocità del fulmine. Qualcuno si domanda: «Ma è proprio lui, Urso?». Risposta immediata: «Eccome! È lui in persona, l’onorevole Urso, il big. Che colpo, per la campagna elettorale di Vinai!». L’indiscrezione diventa ufficiale. Una notiziona: «Il candidato sindaco Vinai incontrerà alle 15, alla fabbrica-point di via XII Ottobre, l’onorevole Urso». Secondo messaggio, immediatamente dopo. Di aggiornamento, o meglio: di conferma: «Alle 15 e 30, alla fabbrica-point del candidato sindaco Vinai si terrà un incontro organizzato dall’associazione Fareitalia dove presenzierà l’onorevole Urso che conferirà il suo appoggio politico al candidato sindaco Vinai. L’incontro sarà moderato dal giornalista Iannotti. Sarà presente anche il dottor Barci di Marchi, già assessore di Roma». Questa mania di non mettere i nomi prima dei cognomi! Va be’, che sarà mai? Tanto si sa benissimo chi sono: Vinai, tanto per dire, fa Pierluigi ed è già famosissimo. Superfluo specificare. E Barci, vorrai mica metterlo in dubbio? È quello di Marchi, ex assessore della Capitale... Già, ma che c’azzecca un ex assessore della Capitale con le elezioni amministrative genovesi? Quisquiglie, bazzecole, pinzillacchere. Senza contare che Iannotti... Non mi ricordo il nome, ma dev’essere lui, senz’altro.
Urso, piuttosto: è certamente quello che era viceministro nel governo Berlusconi, poi ha fatto un po’ di casino ai tempi dello strappo di Fini con il Cavaliere, ha aderito a «Futuro e libertà». Ed è anche lo stesso che poi ha preso le distanze dal Gianfry per riavvicinarsi al centro che più centro del centro non si può, nemmeno col candeggio o la scopa di Maroni. «Ma siamo sicuri?» fa qualcuno. Che comincia a far emergere qualche dubbio. «Certo, certissimo!» lo rassicura un altro che se ne intende, e legge i giornali. Difatti: «Del resto, lo dice anche il Secolo XIX nelle pagine di La Spezia». Testuale: «L’ex viceministro Urso al Canaletto». E nel testo dell’articolo: «La lista Partito popolare-Fare Italia, che appoggia come candidato a sindaco Gaetano Russo, presenta i propri candidati all’oratorio dei Salesiani del Canaletto in via Palmaria. Partecipano l’ex viceministro del governo Berlusconi, Adolfo Urso, e altri rappresentanti nazionali della Democrazia Cristiana e di Fare Italia». Ah, ecco: Fare Italia, Fare Futuro, Futuro e Libertà... Stessa roba. O no? «Vedi che è Adolfo Urso!». E la Democrazia Cristiana che c’entra? Niente. I dubbi si diffondono, si diffonde anche un po’ di panico. Adolfo non risulta.

Invece, risulta Urso Giacinto, ex parlamentare Dc, oggi vispo ultraottantenne, simpaticone leccese, difensore civico ad honorem. Insomma: è lui o non è lui? Non è lui. Meglio soprassedere. «L’incontro previsto con l’onorevole Urso non avrà luogo. Ci scusiamo per l’inconveniente». E dai con questa manìa di non mettere il nome!

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