Stimatissimo Direttore, in questi giorni è scomparso Arrigo Boldrini protagonista della Resistenza e per 40 anni Parlamentare comunista. L'agiografia resistenziale ha esaltato il comandante partigiano «Bulow» quale campione della lotta per la libertà da additare ad esempio alle giovani generazioni. Che Boldrini sia uno dei simboli della guerra civile che insanguinò l'Italia è un dato di fatto. Ciò che i laudatori di «Bulow», però, non hanno ricordato è che fu lui ad aver guidato le manifestazioni di protesta, nel 1950, contro il processo ai partigiani comunisti responsabili della strage di Porzus ove vennero massacrati partigiani bianchi e, in epoche più recenti, a criticare ferocemente uno storico di valore internazionale come Renzo De Felice reo di revisionismo filo-fascista. Ma il nome del comandante «Bulow» è soprattutto legato all'eccidio di Codevigo, in Veneto, per cui fu sottoposto a ripetuti processi da cui, comunque, uscì assolto. Le bande partigiane di Boldrini, tra il 3 ed il 13 maggio 1945, rastrellarono e trucidarono un centinaio di civili e di soldati della Rsi, per lo più ravennati, mentre erano disarmati e già prigionieri: tra di loro anche una impiegata ed una maestra prelevate dalle rispettive abitazioni. Non si trattò né di un atto di guerra, seppure partigiana, né di rappresaglia ma di una esecuzione di massa senza neanche il paravento di un processo sommario.
Si deve alla bontà ed alla pietà di una straordinaria donna genovese, scomparsa da qualche anno, Rosa Melai, se i poveri resti di quei trucidati furono recuperati e riuniti - il 27 maggio 1962 con una cerimonia patrocinata dal Commissariato Onoranze ai Caduti in Guerra - nell'Ossario di Codevigo. Parce sepulto, senz'altro, ma nel rispetto della verità. Grato per una cortese pubblicazione, cordialissimi saluti.*capogruppo di An in Consiglio regionale
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