Roma - Ecco le principali tappe della
vicenda Petroni (nominato nel 2005 dall’allora ministro Domenico
Siniscalco come suo rappresentante in cda Rai e rimasto al suo posto
nonostante il cambio di governo), giunta oggi a conclusione con
la revoca del consigliere e la contestuale nomina di Fabiano
Fabiani.
11 maggio - Dopo mesi in cui la politica chiede
l’intervento dell’azionista per trovare una soluzione alla crisi
del vertice Rai, il ministro Tommaso Padoa-Schioppa scrive al
presidente del Consiglio Romano Prodi comunicandogli che si è
interrotto il rapporto di fiducia con Petroni e chiede la
convocazione dell’assemblea per la revoca. Nè dà notizia lo
stesso premier nel corso della conferenza stampa al termine del
Consiglio dei ministri.
16 maggio - Convocato dalla Commissione di Vigilanza,
presieduta da Mario Landolfi, che rivendica il suo ruolo nella
vicenda e minaccia il ricorso alla Consulta, Padoa-Schioppa
spiega i motivi della sua decisione e va oltre. «Se la Rai
fosse stata assoggettata al semplice regime civilistico - dice -
avrei assunto la decisione della revoca nei confronti
dell’intero consiglio». Lo stesso giorno si svolge il Cda che
fissa l’assemblea per il 4 o 5 giugno e che poi, andata una
prima volta deserta per l’incertezza della situazione, viene
fissata all’11 giugno.
7 giugno - La terza sezione ter del Tar del Lazio, alla
quale Petroni ha presentato ricorso, sospende le procedure di
revoca del consigliere: viene così vanificata l’assemblea della
società. Già il 29 maggio, il presidente della terza sezione
ter del tribunale amministrativo, Francesco Corsaro, aveva
accolto con decreto presidenziale la richiesta di Petroni,
decisione confermata poi dall’intero collegio.
4 luglio - L’Avvocatura dello Stato notifica alle parti di
aver impugnato di fronte al Consiglio di Stato la decisione del
Tar di sospendere la procedura di revoca di Petroni. La
richiesta è avanzata dalla presidenza del Consiglio dei
ministri e dal ministero dell’Economia: in sostanza, il governo
chiede ai giudici di Palazzo Spada di sbloccare le procedure di
esclusione di Petroni dal cda e di consentire lo svolgimento
dell’assemblea Rai per la revoca del consigliere.
1 agosto - La IV sezione del Consiglio di Stato accoglie il
ricorso avanzato da Palazzo Chigi e dal ministero dell’Economia.
Il giudizio dovrebbe proseguire nel merito delle questioni, ma
con questa decisione il Consiglio di Stato dà il via libera
alla convocazione dell’assemblea dei soci Rai.
2 agosto - L’azionista invia per la seconda volta a Viale
Mazzini la richiesta di convocazione dell’assemblea per la
revoca di Petroni. Il presidente Claudio Petruccioli fissa il
cda l’8 agosto.
8 agosto - Il cda va a vuoto: per due volte manca il numero
legale. Petruccioli decide di riconvocarlo per il 20 agosto, con
lo stesso ordine del giorno: convocazione dell’assemblea della
società chiesta dall’azionista. «L’omessa convocazione
dell’assemblea degli azionisti - ricorda l’azienda - è punita
con sanzioni amministrative» a norma del Codice Civile.
20 agosto - Assenti tutti i consiglieri Cdl, in cda manca
ancora il numero legale. Tocca così al collegio dei sindaci
convocare l’assemblea, per il 10 e 11 settembre. Lo stesso
giorno, i legali di Petroni chiedono nuovamente al Tar una
sospensiva d’urgenza dell’assemblea, contestando il fatto che
l’azionista l’abbia chiesta «senza nessuna rivalutazione della
consistenza attuale dell’interesse pubblico», senza cioè tener
conto del fatto che negli ultimi due mesi il cda Rai abbia
funzionato regolarmente.
5 settembre - A cinque giorni dalla convocazione dell’ì assemblea dei soci Rai, la cdl in Vigilanza fa l’ultimo tentativo di bloccare la revoca di Petroni ma senza esito. Il ministro Padia Schioppa, convocato in Commissione mercoledì scorso fa sapere di avere impegni inderogabili e rimanda a giovedì prossimo.
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