Tutti emiliani, amici e ciclisti: le pedine dell’impero Romano

da Roma

Le pedalate sulle colline bolognesi non sono solo una questione di sport. Fare compagnia all’ex premier Romano Prodi ansimante sulle salitelle può significare aprirsi orizzonti nuovi nell’ambito della geografia del potere.
Certo, si obietterà, è un gruppo di amici di vecchia data che si diletta domenicalmente a praticare l’arte ciclistica. Ma forse non è un caso se i grimpeur sono entrati, chi più chi meno, nel sottobosco governativo ulivista. È il caso di Franco Neppi, avvocato bolognese e amico del Professore, nominato presidente di Patrimonio dello Stato, la società facente capo al Tesoro e incaricata di alienare gli immobili pubblici. Il governo Prodi a fine 2006 l’ha portata nell’orbita di Fintecna della quale era consigliere proprio l’avvocato Neppi.
Quest’ultimo è stato per anni il legale dell’ex presidente del Bologna Calcio, Giuseppe Gazzoni Frascara, e, su chiamata dell’ex presidente della Provincia Vittorio Prodi (fratello di Romano e ora eurodeputato), ha fatto parte del consiglio di amministrazione di Seabo, la società che gestisce l’aeroporto felsineo. Tra le designazioni che Vittorio Prodi fece durante il suo mandato ci fu anche quella di Paolo Salizzoni, agente generale Ina a Casalecchio di Reno, nel consiglio di amministrazione dell’Interporto.
Paolo Salizzoni è un altro compagno di pedalate e da poco è entrato nel Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica di Palazzo Chigi. In quella sede si trova fianco a fianco con un altro prodiano di ferro, il sottosegreario Fabio Gobbo, già collega di università di Flavia Franzoni Prodi e discepolo di Beniamino Andreatta. Paolo Salizzoni invece è nipote di Angelo Salizzoni, braccio destro di Aldo Moro.
Tra i ciclisti domenicali figura anche Marco Patierno, ulivista militante, docente all’università di Bologna e coordinatore del Centro regionale per la formazione e ricerca in medicina generale presso l’Agenzia sanitaria della Regione Emilia Romagna. Nel 2006 Marco Patierno è entrato nel Consiglio superiore di Sanità, organismo consultivo del ministero guidato da Livia Turco.
Né si può dimenticare un altro ciclista domenicale. Si tratta del presidente dell’Enel, Piero Gnudi, già alla guida dell’Iri. Commercialista di spicco nel capoluogo emiliano, il suo nome è stato fatto più volte nelle ultime settimane come uno dei papabili alla presidenza Eni. Gnudi in passato è stato componente del cda del colosso petrolifero, ma la presidenza è l’ultima carica mancante nell’albo delle grandi aziende di Stato.
Infine, ci sono due compagni di pedalate che non hanno bisogno di prebende. Uno è Luciano Sita, presidente di Granarolo, impresa lattiero-casearia con un piede in Legacoop e l’altro in Confcooperative. L’altro è Stefano Borghi, ex presidente di Confindustria Bologna, imprenditore del settore tlc, azionista e presidente dell’editrice del dorsetto bolognese del Corriere. Fra gli amici bolognesi «sedentari», invece, figura il vicino di casa del Professore, Angelo Tantazzi, presidente di Borsa Italiana e fondatore di Prometeia.
Ieri a In mezz’ora, Angelo Rovati, alter ego di Prodi, ha voluto rispondere in maniera diretta alle critiche mosse in questi ultimi venti mesi al sistema di potere prodiano.

«La devono smettere di dire che la gente fa perché c’è Prodi», ha osservato riferendosi alle amicizie «bancarie» dell’ex premier. Ma è un dato di fatto che la crisi abbia messo i bastoni tra le ruote a tutto questo piccolo universo ciclistico.

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