U na volta si chiamavano main sponsor, ovvero i soggetti economici più gettonati da enti pubblici, musei e gallerie civiche a caccia di fondi da destinare alle mostre. Oggi però le banche, anzichè accontentarsi del ruolo di comparsa sulle campagne pubblicitarie o suoi cataloghi, larte preferiscono farsela da sole e scendono in campo con spazi e progetti propri. Milano e la Lombardia tengono alta la bandiera sulla scia delle fondazioni dei grandi istituti di credito europei, come Ubs che in Svizzera sostiene i musei darte nellacquisto di opere di grande rilevanza nonchè la maggior fiera del collezionismo internazionale (Art Basel), oppure come Deutsche Bank che durante i suoi 130 anni di storia ha acquistato migliaia di opere darte e persegue lattività anche nel suo polo milanese alla Bicocca: con un ciclo di incontri aperti al pubblico («I like Tuesdays - Sguardi sul contemporaneo») e lesposizione della collezione darte permanente, che ospita oggi oltre 400 opere di artisti contemporanei italiani e stranieri. Le banche del territorio, dicevamo, non stanno a guardare. Anzi. Da più di 20 anni, ad esempio, la splendida cornice del Refettorio delle Stelline ospita la Galleria darte del Credito Valtellinese che ha unintensa attività espositiva iniziata nel 1987 con una grande mostra di Andy Warhol che, per loccasione, si misurò col genio di Leonardo producendo la celebre versione di «The Last Supper». Il presidente della Fondazione Tiziana Colombera parla di vera e propria vocazione: «Tanto a Milano quanto a Sondrio cerchiamo di perseguire quanto è scritto nello statuto della cooperativa e cioè contribuire oltre che al credito anche allo sviluppo culturale del territorio». Ormai una realtà più che consolidata è quella di Fondazione Cariplo che, oltre a istituire ogni anno bandi di concorso per finanziamenti alle associazioni culturali, da un paio danni organizza un vero e proprio festival («Laiv action») per dare visibilità ai laboratori di teatro, musica e teatro/musica.
Ma la vocazione allarte, da queste parti, porta sempre più la firma di Unicredit che ormai da anni è in partnership con importanti musei e fondazioni di arte contemporanea italiani, come il Mart di Rovereto, il Castello di Rivoli, il Mambo di Bologna, Fondazione Pomodoro e ora il Maxxi di Roma. Jean Claude Mosconi, il nuovo Head of Artistic and Cultural Advisory del gruppo, ha questanno presentato i nuovi progetti artistici della banca che sviluppano lintensa attività svolta da Catterina Seia. «Unattività, dice Mosconi, che oggi si svolge su più fronti e che poggia le basi su una collezione di oltre 60mila opere darte, ma è sempre più finalizzata alla promozione dei giovani artisti». Una promozione che a Milano si articola con una «project room» allinterno di Fondazione Pomodoro (che ha appena concluso la mostra dellartista bolognese Sissi) e con «Unicredit Studio», vale a dire un vero e proprio spazio espositivo allinterno della sede centrale di Cordusio. «Si tratta di uno spazio permanente -dice Mosconi- dove presentiamo mostre di giovani artisti che non hanno galleria. Produciamo un vero catalogo e rendiamo le mostre itineranti». Oltre agli istituti di credito tradizionali, anche le banche dinvestimento stanno allargando sempre di più i propri orizzonti anche allarte. Un esempio su tutti è Banca Akros amministrata da Marco Turrina che oggi dedica lintero open space allultimo piano di viale Eginardo a eventi e mostre darte contemporanea. «Iniziammo già nella vecchia sede di corso Italia - dice Francesco Cosmelli, responsabile del private banking - in collaborazione con un noto gallerista milanese. Nel 2001, con linaugurazione della nuova sede, abbiamo esposto in anteprima opere di artisti importanti come il pittore americano Sam Francis.
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