Tutti i documenti che non dovremo più fare

Tutti i documenti che non dovremo più fare

Basta code agli sportelli e cittadini costretti a fare i «postini» da un ente all’altro per esibire lo stato di famiglia o di residenza. Solo ad ottobre, sono 39.342 i certificati richiesti al Comune, e se almeno una parte è stata spedita on line, il 76,7% delle volte (tradotto, quasi 27mila documenti) i cittadini si sono presentati in una delle sedi anagrafiche. Perdendo tempo e intasando gli uffici, quando non era il caso. É per evitare entrambi i disagi che l’assessore ai Servizi civici Daniela Benelli raccomanda ai milanesi: «Pretendete l’autocertificazione». Una nuova norma, approvata nell’ultima Legge di stabilità, rafforza un diritto già introdotto dalla legge Bassanini ma che pochi conoscono e fanno valere. I certificati della pubblica amministrazione sono utilizzabili solo nei rapporti tra provati, per ogni altra richiesta vale l’autocertificazione: «Non è il cittadino - puntualizza l’assessore - a dover fareil “postino“ tra i vari enti per esibire lo stato di famiglia o di residenza. Se, ad esempio, l’Inps ha bisogno di uno stato di famiglia dovrà richiederlo direttamente all’Anagrafe del Comune interessato, non al cittadino». Il provvedimento a cui fa riferimento è l’articolo 15 della legge 183 (del 2011), rientra tra le norme per la semplificazione e stabilisce che «le certificazioni rilasciate dalla P.A. in ordine a stati, qualità personali e fatti sono valide e utilizzabili solo nei rapporti tra privati». In quelli con gli organi della Pubblica amministrazione e i gestori di pubblici servizi, i certificati e gli atti di notorietà sono sempre sostituiti dalle dichiarazioni sostitutive di certificazioni e dell'atto di notorietà». Insiste la Benelli, «è bene che i milanesi siano consapevoli di questo loro diritto e imparino a prenderne piena coscienza, è importante anche per snellire il lavoro agli sportelli, cerchiamo di alleggerire le code e le attese per operazioni che spesso sono di fatto inutili».
Nell’ottica della trasparenza, Palazzo Marino cn cadenza mensile pubblicherà i dati su Milano: nascite, morti, numero di certificati emessi. Spuntano delle curiosità. Il bilancio dei matrimoni celebrati nei primi dieci mesi dell’anno ad esempio è nettamente a favore di quelli civili. Su 2.580 unioni fino alla fine di ottobre, solo 1.074 sono state celebrate con rito religioso, le altre 1.506 in Comune. Non è più maggio il mese tradizionale dei matrimoni ma settembre, con 346, seguono giugno (318) e settembre (346). Un altro indicatore interessante, riferito al mesi di ottobre, è il «saldo demografico» chiuso in positivo: più 2.130 residenti, ma a tenere così positivo il bilancio è il numero dei nuovi iscritti stranieri. Il bilancio tra neonati e residenti morti infatti è negativo: meno 124 è la differenza tra i 1.085 milanesi scomparsi e i 961 nuovi iscritti (625 nati da genitori entrambi italiani, 103 da coppie miste e 233 da stranieri). Il «recupero» che porta a quei 2.130 residenti in più è dovuto alla somma di 424 italiani (il saldo tra quanti si sono iscritti e cancellati all’anagrafe) e soprattutto 1.830 stranieri. I quartieri che ad ottobre hanno registrato in modo superiore l’arrivo di immigrati sono Loreto, Lodi-Corvetto, Villapizzone, Padova.

Per intercettare i bisogni dei quartieri, sostiene l’assessore, «bisogna creare delle vere e proprie municipalità», è già allo studio «in via sperimentale» il trasferimento di «pieni poteri gestionali in materia di servizi sociali a una singola zona. Vogliamo dare ai parlamentini più poteri di intervento».

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