Cronaca locale

Tutti svegli, tranne i negozianti

Milano è rimasta sveglia. E i negozi chiusi. Troppe saracinesche abbassate non solo in periferia ma pure in centro. Fotografia che toglie il sorriso all’assessore al Commercio: «Faccio fatica a comprendere le ragioni di una risposta così tiepida dei negozianti. È una scelta davvero incomprensibile perché non dà quel valore aggiunto alla manifestazione diventata fiore all’occhiello del giugno meneghino».
Appuntamento, spiega Roberto Predolin, preparato «con largo anticipo» e «coinvolgendo quattrocento realtà sociali»: eppure, «tante saracinesche non hanno accompagnato, ora per ora, un milione di persone che si è riversato nelle strade e nelle piazze». Segnale che, dati alla mano, nei prossimi giorni si tenterà di «decifrare». Analisi che, secondo l’Unione del Commercio, deve però escludere «riserve da parte dei negozianti» dice Renato Borghi, vicepresidente dell’associazione di corso Venezia. «Il commercio vuole mantenere la città viva: questa premessa non è certo messa in discussione». Certezza che si scontra però con la delusione dei milanesi lungo i Navigli: solo una decina di esercizi commerciali hanno aderito alla Notte bianca. Coinvolgimento simile a quello registrato tra piazza Duomo e piazza San Babila, dove aperti - lungo corso Vittorio Emanuele - sono stati soprattutto i megastore dell’abbigliamento e della musica. Idem pure in periferia, dove il presidente della Camera di Commercio, Carlo Sangalli, ha fatto un giro di ricognizione «perché la città deve mostrarsi in tutte le sue possibilità, non solo con le bellezze del centro».
E già è possibile fare un primo bilancio economico della nottata che, quest’anno, ha superato i tre tre milioni di euro a fronte di un indotto stimato, l’anno scorso, in due milioni e mezzo di euro per 600mila partecipanti. «Ricaduta economica sicuramente soddisfacente ma che poteva essere maggiore» chiosa Predolin: «Sarebbe bastato che il commercio fosse andato di pari passo con il movimento della città. Che, evidentemente, non vuole più attendere solo la stagione dei saldi per fare le compere.

Motivo in più per far partire i weekend del risparmio, due giorni di spese pazze ma, sia chiaro, con tutti i negozi aperti».

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