Tutto ciò che il vero snob letterario deve sapere (per dominare nei salotti)

Cosa da dire, da citare e da pensare per fare bella figura in società: un dizionario degli autori più esclusivi che un vero intellettuale non può non avere letto (o anche solo sentito dire...)

Tutto ciò che il vero snob letterario deve sapere (per dominare nei salotti)

La cultura? La patria dei luoghi comuni. Slogan, etichette, frasi fatte: non esiste territorio più infestato da stereotipi e banalità dei salotti intellettuali, dove ben pochi leggono e molti citano (spesso a sproposito). La (pseudo) intellighenzia - dall'università ai giornali, dall'editoria alla televisione - soffre di un male endemico: la «cultura light», che procede allegramente verso il baratro del Nulla e che pure - poiché più facile, immediata e facilmente digeribile - è sempre la più gettonata. È la cultura che procede per approssimazioni, citazioni, «sentito dire». E che si alimenta di pericolosissimi snobismi letterari, soprattutto: ovvero quella strana, ineliminabile, endemica, insopportabile malattia salottiera che consiste - quando per un malaugurato caso ci si ritrova «in società» a sparlare letteratura e scrittori - nel gareggiare alla “ricerca” dell'autore o del libro più sconosciuto, più esotico, più esoterico... L'opera meno letta, in questi casi, è proprio quella indispensabile. Ecco allora, per chi annaspa fra ricordi liceali, scampoli di letture, bestseller da asporto e “pillole” televisive, un indispensabile “lessico” culturale scritto dal giornalista francese Fabrice Gaignault: «Dizionario di letteratura a uno degli snob. E soprattutto di coloro che non lo sono» (Excelsior 1881, pagg. 302, euro 15,50): dalla A di Abate Mugnier (anziana guida spirituale di Huysmans e gran frequentatore di salotti nobiliar-letterari a cavallo fra '800 e '900) alla Z di Fritz Zorn (enigmatico scrittore svizzero, scomparso nel 1976 e autore di un unico libro-culto: «Marte: il cavaliere, la morte, il diavolo») una micidiale enciclopedia tascabile dell'elitismo culturale.

Inevitabilmente “francesocentrico” - anche se non si disdegnano casi italiani - il libro di Gaignault è un ottimo vademecum per bleffare parlando di libri&affini in società: un paio di centinaia di autori, luoghi, movimenti e avanguardie molto snob (il Max Aub del capolavoro «Crimini esemplari», ad esempio; piuttosto che il poeta dandy futurista Arnaldo Ginna; o la libreria “Le Livre” di Tours, un must intramontabile del genere ultra-elitario, o Frederick Rolfe detto “Baron Corvo”, squilibrato di origine britannica vissuto fra la metà dell'800 e i primi del '900, specializzato in critiche di libri mai scritti, collocato da molti snob letterari sulla sommità del loro personalissimo pantheon) utilissimi per sembrare colti e fare bella figura nei salotti del luogo-comunismo, francese o italiano che sia. Perché le “mezze stagioni”, quando si parla di cultura, esistono eccome.

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